De Magistris bacchetta Obama

De Magistris bacchetta Obama
In un mondo globalizzato è davvero provinciale, miope e ridicolo stare a disquisire e a indignarsi sulle presunte interferenze racchiuse nelle dichiarazioni di politici...

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In un mondo globalizzato è davvero provinciale, miope e ridicolo stare a disquisire e a indignarsi sulle presunte interferenze racchiuse nelle dichiarazioni di politici stranieri su questioni interne dei singoli Paesi. Che il presidente americano Barack Obama, durante una visita del premier Matteo Renzi si auguri che al referendum del prossimo 4 dicembre vinca il sì non dovrebbe scandalizzare nessuno, a prescindere se si voti a favore o contro le modifiche alla Costituzione.

 
Eppure è scattato il riflesso condizionato pure stavolta. Come se in Italia non stessimo sempre a giudicare, incitare, ficcare il naso, sproloquiare sulla politica di altri Stati. Quante ne stiamo sentendo, proprio in queste settimane, da parte di politici di tutti gli schieramenti sulle elezioni americane, su Donald Trump e su Hillary Clinton? Dichiarazioni spesso fuori dalla grazia di Dio. Ma nessuno si scandalizza, anzi si schiera, si azzanna come in un reality show. Ma guai se qualcuno si intriga dei fatti nostri con endorsement più o meno di circostanza. Perché davvero voi pensate che l’augurio di Obama possa incidere sul voto? Serve piuttosto a fare un poco di bordello sui social, per quelli che li ritengono ormai l’ordalia del mondo intero.
 
Ovviamente nel chiacchiericcio postprandiale s’è infilato a gamba tesa persino il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Polemica ricca mi ci ficco, come al solito, e gli è scappato un post su Facebook di prima mattina in uno stile più da telegramma che da valutazione politica: «Inqualificabile che Premier Renzi utilizzi presunta visita di Stato per propaganda su referendum. Grave che prima Merkel ed ora Obama interferiscano su voto. Sovranità appartiene al popolo italiano. Mai più Paese a sovranità limitata. W la Costituzione! W la Resistenza! Potere al Popolo!». Spicca ovviamente il finale inevitabile e abusato da liceale rivoluzionario.


Bene, ognuno si faccia i referendum suoi, senza ingerenze. Quindi ci aspettiamo che, da domani, DeMa ci risparmi proclami sull’America, la Palestina, la Turchia e il resto del mondo. Gradiamo di più i fatti su Ponticelli, piazza Bellini, Chiaia o il Rione Sanità. Il peso delle sue dichiarazioni non è purtroppo quello della Casa Bianca, è vero, e lui sicuramente se ne rammarica. E’ solo il sindaco di Napoli e non il presidente degli Stati Uniti, o meglio non è ancora il presidente degli Stati Uniti. Però una soddisfazione se la può sempre levare già da adesso e dichiarare Napoli città «deobamizzata». Ma deve sbrigarsi, perché il mandato di Obama sta per scadere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino