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Luca de Meo, ceo del Gruppo Renault, è da poche settimane il presidente anche dell’Acea, l’Associazione dei costruttori di auto europei. Un punto di vista privilegiato e una poltrona strategica per il dialogo con le istituzioni dell’Unione in questa delicata fase di transizione energetica e di profondo cambiamento della mobilità. Il manager italiano è intervenuto ieri sera a Restart su Rai2. Visione e barra dritta, è questa la ricetta che bisogna mettere in campo in un frangente come l’attuale. Un periodo complesso, pieno di ostacoli, che può diventare una grande opportunità se gestito nel modo giusto.
«C’è un tema di trasformazione delle competenze. Certo è che se non gestita bene, può portare a grossi rischi sul fronte occupazionale», esordisce l’ad della storica casa francese che poi spiega meglio la portata della rivoluzione: «Molta gente cambierà competenze, perché i mestieri si creano.
De Meo è categorico sull’utilizzo dell’energia pulita: «Alimentare le batterie con energia fossile non ha senso. Una delle battaglie che portiamo avanti in Renault è proprio di non guardare al tema dell’impatto nell’intervallo tra la batteria e la ruota, ma piuttosto di guardare dalla culla alla tomba, includendo il tema del riciclo. Se si guarda solamente a un segmento non funziona e lo dobbiamo evitare assolutamente».
Un’ultima battuta sull’Europa: «Penso che ci sia bisogno di una strategia e di una politica industriale, con meno limiti, date e multe. Bisogna discutere su un approccio comune ed è necessario che l’UE ascolti l’industria per cercare soluzioni comuni. Bruxelles deve organizzarsi per controllare in maniera più solida tutta la catena del valore dell’auto elettrica che è molto diversa dal tema della combustione, perché il 40% del costo di una vettura elettrica è dentro la batteria e l’80% del costo della batteria sono le materie prime».
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