Alain Delon e il cane costretto a morire con lui

L'attore francese Alain Delon
Delon: «Se morirò prima del mio cane chiederò al veterinario di lasciarci andare insieme» (Paris Match, 19 gennaio 2018) ...

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Delon: «Se morirò prima del mio cane chiederò al veterinario di lasciarci andare insieme» (Paris Match, 19 gennaio 2018)

***
E' una storia che ci piace poco. Può anche apparire, a prima vista, una storia d'amore (estremo) per un cane, il proprio. Ma pensiamo, piuttosto, che abbia i caratteri di una vicenda disperata, più che di umano egoismo.
Ha fatto discutere, soprattutto in Francia, la rivelazione dell'ex attore Alain Delon: ha deciso di far sopprimere il suo cane, se dovesse morire prima di lui. Attaccatissimo al suo pastore belga Loubo, una sorta di «cane di fine vita» (nella sua vita ne ha avuti 50 e 35 di questi sono sepolti in un terreno della sua villa nella Valle della Loira), il divo francese ha dato una disposizione al veterinario di fiducia: dovrà fare un’iniezione a Loubo in modo da farlo morire tra le sue braccia. 

Ha detto di amare il suo cane «come un bambino», che non ne prenderebbe più uno se dovesse morire. Ma, se dovesse essere lui, Delon, ad andarsene per primo, il suo cane non «dovrà» sopravvivergli: «Preferisco così piuttosto che sapere che morirà sulla mia tomba con tanta sofferenza», ha spiegato.

No, non ci siamo. E' una visione distorta, turbata, dell'amore per il proprio animale. Come può essere, analogamente e in via teorica (almeno, ci auguriamo), per un essere umano al quale pur si è legatissimi. Che diritto si ha, unilateralmente, di decidere che un altro, un'altra, non «dovrà» sopravvivere? E se anche l'altro - l'altra - è un cane, che rispettiamo come cane e dunque essere vivente, si può decidere che non debba sopravvivere nella convinzione che «starebbe tanto male senza il suo padrone»? E si può chiedere ad un veterinario di eseguire un desiderio - sì, questo è - sopprimendo un animale solo sulla base di una propria coinvinzione, di una previsione, di una distorta visione del rapporto d'amore?

No, non si può amare così tanto un cane da volerlo con sé anche nella tomba. Il cane viveva prima senza Delon, e vivrà anche dopo, anche se commuovono e fanno pensare vicende come quelle di Hachikō, cane di razza Akita, morto nel 1935, che attese dieci anni il suo padrone (defunto all'improvviso) alla stazione di Shibuya, in Giappone, come faceva ogni giorno. Quel cane fedele ha vissuto ancora, dieci anni. Ha atteso il suo padrone, vanamente. Ma ha vissuto.

Ecco perchè non vogliamo pensare che questa disposizione di Delon possa avere, un giorno che ci auguriamo lontano per l'attore, applicazione. Il divo francese è apparso spesso disperato, negli ultimi anni. Vittima di depressione, protagonista di una terza età segnata dall'isolamento. La speranza è che migliori. Lui, Delon. E che possa vivere serenamente gli anni suoi, e farli vivere al suo cane. Un testamento si può sempre cambiare.
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«La paura è crudele; la generosità segno di sicurezza» (Tommaseo)
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Il Mattino