El Patrón

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Nonostante i tanti Pablo Escobar in circolazione, dalla serie Netflix “Narcos” – dove Wagner Moura supera Benicio del Toro di “Escobar: Paradise Lost” diretto da Andrea di Stefano – a “Loving Pablo” diretto da Fernando Leon de Aranoa e “American Made” di Doug Liman con Tom Cruise che come “Blow” di Ted Demme ci arriva di lato, non si smette di stupirsi per il più grande dei narcotrafficanti: che è anche il miglior prodotto del realismo magico, tanto che si può disperdere e ricomporre senza estinguere la sua carica narrativa. E che appare benissimo in “Escobar - El Patrón” (Mondadori),  una graphic novel di Guido Piccoli e Giuseppe Palumbo, senza le imprecisioni della serie né gli accomodamenti storici dei film, che si limita al racconto, frutto dell’esperienza di Piccoli, a lungo in Colombia, e che già in altri libri aveva restituito la complessità del paese. Il suo rigore – capace di registrare bene la “circostanza” come direbbe José Ortega y Gasset – si sposa  col tratto secco di Palumbo, e il risultato è ottimo. 
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Il Mattino