Elezioni regionali tra alpini e bersaglieri

Elezioni regionali tra alpini e bersaglieri
Maggio, quest'anno, ha cinque domeniche: 3, 10, 17, 24 e 31. Giocatevele al lotto, non si può mai sapere che ci scappi una ricca cinquina. Cinque domeniche, ma nessuna...

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Maggio, quest'anno, ha cinque domeniche: 3, 10, 17, 24 e 31. Giocatevele al lotto, non si può mai sapere che ci scappi una ricca cinquina. Cinque domeniche, ma nessuna sembra buona per andare al voto per le Regionali. Sono circolate un po' di date per la tornata che riguarda sei regioni (Campania, Liguria, Marche, Toscana, Veneto, Umbria). Si era pensato al 10 maggio, ma i bersaglieri hanno protestato, perché quel giorno hanno il loro raduno annuale a Rimini. Molti sarebbero costretti a disertare le urne. Ci si stava orientando per il 17, ma per quel giorno da scongiuri, a L'Aquila è annunciato il raduno degli alpini che in Veneto contano e cantano. Hanno protestato: ma come accontentate i bersaglieri e non gli alpini, solo perché in testa portano più piume di noi? Niente da fare, quindi. Scartate il 3 maggio, per i tempi burocratici troppo stretti, si è provato a largheggiare e si punta al 31 maggio. Ma come, proprio quando c'è il ponte del 2 giugno? Con lo spettro dell'astensionismo che si aggira tra le cabine elettorali, snobbate per quelle balneari, sarebbe un azzardo. Non facciamo un piacere ai pontieri. Resterebbe il 24 maggio. Data fatidica, bellica e tra l'altro pure Pasqua ebraica. Ma non è così che facciamo dispiacere ai fanti, quelli che marciavano per raggiunger la vittoria? Come stiamo messi non si scherza né con i santi né con i fanti. Gli unici a poter essere d'accordo sarebbero i leghisti, perché il 24 maggio di cento anni fa il Piave mormorò: non passa lo straniero. Ed è musica per le loro orecchie, sebbene scritta da un napoletano.
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Il Mattino