Il diavolo nel cassetto

Il diavolo nel cassetto
Possono un editore e un premio letterario incarnare il diavolo? Sì, se a scriverne c’è uno scrittore vero con un italiano ormai lontano dalla maggior parte di...

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Possono un editore e un premio letterario incarnare il diavolo? Sì, se a scriverne c’è uno scrittore vero con un italiano ormai lontano dalla maggior parte di giornali e libri, così elegante da apparire fuori dal tempo, come la storia che racconta e i temi che tratta. Paolo Maurensig – con molta ironia – si prende gioco della vanità letteraria del nostro paese: che non legge, ma scrive e tanto. “Il diavolo nel cassetto” (Einaudi) mescola curati di campagna, volpi e Goethe, apparecchiando un romanzetto che bordeggia la perfezione, per stile e forza. Un apologo della scrittura e della follia che la abita, l’infinita possibilità di riscrivere il mondo: ricreandolo. Maurensig gioca di carambola e rimando, sottotesti e citazioni – alcune evidenti, altre velate – creando un gioco diabolico, forse troppo alto per il lettore medio, che, però, potrà specchiarsi nel suo desiderio di essere visto – e compiaciuto – dal diavolo, che poi è “solo” un editore. 
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Il Mattino