Il trucco è resistere. Vita e imprese di Carlo Airoldi, ultramaratoneta

Il trucco è resistere. Vita e imprese di Carlo Airoldi, ultramaratoneta
Scrivere un romanzo su un vecchio maratoneta, è impresa ardua che comporta una grande capacità o nell’uso del flusso di coscienza o nella descrizione del...

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Scrivere un romanzo su un vecchio maratoneta, è impresa ardua che comporta una grande capacità o nell’uso del flusso di coscienza o nella descrizione del gesto. Gianni Agostinelli con “Il trucco è resistere. Vita e imprese di Carlo Airoldi, ultramaratoneta” (Piano B edizioni), è riuscito a tenere insieme le due cose, dosando fatiche e ricordi, avventure e corse, di un grande atleta dimenticato, anche se raccontato da Gianni Brera e Gianni Clerici. Airoldi oscilla tra l’epica e il circo – sfidò Buffalo Bill e il suo cavallo –, lo sport e lo spettacolo, il viaggio e la sfortuna. Andò a piedi da Milano ad Atene per partecipare alla maratona delle Olimpiadi del 1896 e non ci riuscì perché riconosciuto un professionista, avendo vinto – con premio – la Milano-Barcellona. È un personaggio di Edmondo De Amicis e da canzone di Ivano Fossati, che Agostinelli rende bene nelle sue ingenuità, restituisce anche meglio negli incontri e nelle ostilità del viaggio. Meriterebbe un film. Intanto ha avuto un romanzo sobrio che non ha nulla del linguaggio sbraitante del racconto sportivo della tivù. Ma pagine che lo restituiscono senza superlativi né pesi. È un viaggiatore leggero accompagnato dalla giusta lingua.

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Il Mattino