Il vero editore

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Nel nuovo – non riuscito – libro di Emmanuel Carrère, “Yoga” (Adelphi), non mancano pagine e storie emblematiche, come quella del suo editore: Paul...

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Nel nuovo – non riuscito – libro di Emmanuel Carrère, “Yoga” (Adelphi), non mancano pagine e storie emblematiche, come quella del suo editore: Paul Otchakovsky-Laurens, fondatore di POL. Carrère racconta di come brillavano i suoi occhi quando parlava dei suoi scrittori. Lo aveva scelto perché era l’editore di Georges Perec, e poi erano diventati amici, fino a quando, nel 2018, non è morto. Per ricordarlo – a parte una storia sullo scrivere con tutte le dita – Carrère racconta Paul come un calciatore potrebbe raccontare Ferguson o Bearzot, e cita lo strano caso di Renaud Camus, negli anni divenuto un riferimento per l’estrema destra pur partendo dal gruppo di Roland Barthes, quindi un trasformato, per tutti, ma non per Paul che ha continuato a pubblicarlo a prescindere dalle vendite e dall’ideologia, fino al punto di essere gelosissimo per un suo piccolo libro uscito con uno sconosciuto editore. Paul arriva a dirgli che quello è il suo miglior libro (perduto), tanto che nel mondo di “Fahrenheit 451” assumerebbe come nome quel titolo: “L'élégie de Chamalières”. Se vi viene in mente un editore vivente così, scrivetemi.

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Il Mattino