Il vittimismo dei guardiani dell'oleografia napoletana

Il vittimismo dei guardiani dell'oleografia napoletana
I guardiani dell'oleografia napoletana sono sempre pronti a lamentarsi del risalto che viene dato sui media nazionali agli eventi negativi della vita cittadina. Non esitano a...

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I guardiani dell'oleografia napoletana sono sempre pronti a lamentarsi del risalto che viene dato sui media nazionali agli eventi negativi della vita cittadina. Non esitano a proclamare che è in atto una perenne congiura contro il luogo più bello, più sano, più illustre del mondo. Quando c'è un delitto a Napoli, dicono, tutti i giornali e le tv ci azzannano ai polpacci come cani rabbiosi. Effettivamente, quanto accade all'ombra del Vesuvio ha una risonanza, spesso e volentieri, al di sopra della realtà. Nel bene e soprattutto nel male. Ma non è sempre così. I napoletani hanno un percezione eccessiva di questo accanimento mediatico. Date un'occhiata, per esempio, ai siti dei quotidiani nazionali di queste ore. Campeggia, dovunque, con molto risalto la notizia dell'83,5 per cento dei vigili di Roma che si sono dati malati per Capodanno. Quasi nessuno riporta con la stessa evidenza che a Napoli negli stessi giorni ben 200 spazzini dell'Asìa hanno presentato certificati di malattia, tanto che il 1 gennaio diverse zone di Napoli erano piene di sacchetti di rifiuti.  Per una volta abbiamo fatto meno notizia degli altri. E le reali proporzioni dei disagi sono state rispettate nella comunicazione. E' accaduto in diverse altre occasioni, ma lo abbiamo dimenticato in fretta, perché a Napoli il vittimismo si smercia gratis. E' comodo e ci fa sentire migliori, senza sforzi. Invece di piangerci addosso e di gridare al complotto, una volta sì e l'altra pure, guardiamo in faccia ai guai nostri senza nasconderli sotto il tappeto e attribuirli agli altri. E risolviamoli, con le nostre forze, che ci sono e sono abbondanti. 
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Il Mattino