La banalità del mare

La banalità del mare
In estate si presuppone che il lettore abbia più tempo, e gli si concedono racconti e paginate, ma rimane il grande problema della cultura in Italia, della sua divulgazione....

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In estate si presuppone che il lettore abbia più tempo, e gli si concedono racconti e paginate, ma rimane il grande problema della cultura in Italia, della sua divulgazione. Dominano i critici come Pietro Citati che sono i musealizzatori degli scrittori e delle loro vite. Si trascinano da un giornale all’altro la loro collezione, il loro catalogo – composta in larghissima parte da scrittori morti da anni e anni – e lo riespongono. La missione dei giornali è riportare il presente, interpretarlo e cercare di capire il futuro con una attenzione per il passato (memoria di uomini e avvenimenti fondamentali). Solo che questa divisione ha percentuali invertite soprattutto nelle pagine di cultura dove il passato predomina, fino a farsi ossessione. Un lettore si ritrova l’ennesimo pezzo su Conrad senza nessuna aggiunta né novità, spalmato su due pagine, e nemmeno un trafiletto su chi è oggi Conrad, su chi oggi va per mare, anche perché Citati non ha mai visto né il mare né una nave cargo né parlato con marinai, e non sa che pure Conrad è andato per mare per il fascino (profondo) di questo e non perché leggeva la letteratura di genere. 
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Il Mattino