Lettori con riserva

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L’Italia è il paese che si riserva di leggere, e intanto allestisce fiere. Si riservano i giudici, i direttori editoriali e pure i presidenti del consiglio. Si...

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L’Italia è il paese che si riserva di leggere, e intanto allestisce fiere. Si riservano i giudici, i direttori editoriali e pure i presidenti del consiglio. Si riservano gli editori, i ministri della cultura, e pure i critici. E invece di preoccuparsi della carenza di lettori, allestiscono kermesse. Dopo la scissione del Salone del Libro di Torino, e il fallimento di A tempo di Libri – la risposta milanese –: alla direzione di Chiara Valerio succede quella di Andrea Kerbaker. Uno stillicidio bertinottiano applicato al mondo dei libri. Date, promesse, programmi. E la realtà? Non ha importanza, è un dato laterale. L’importante è offrire un succedaneo ai ceti privilegiati che scrivono, in un intreccio funzionale di pratiche clientelari. È una compartecipazione tra affrescanti che dimenticano chi legge, al posto dell’inquietudine leopardiana c’è una fragilità costruita su fondamenta mediatiche: che si meraviglia quando anche il lettore si riserva di leggere. 
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Il Mattino