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La Ferrari la scorsa settimana ha definito «privi di fondamento» i rumors di un avvicendamento di Mattia Binotto ai vertici della Scuderia, ma le voci non si placano. Secondo le ultime indiscrezioni riportate dai media, i rapporti fra il manager e l’azienda «sarebbero agli sgoccioli» ed ora dovrebbe essere il team principal a rassegnare le dimissioni. In ogni caso, il siluramento è nell’aria, imminente. Sostituti accreditati all’orizzonte non ci sono. Frédéric Vasseur, guida dell’Alfa Romeo in F1, sembra bruciato dallo stesso comunicato di Maranello. O addirittura la sua poltrona andrebbe all’ad Benedetto Vigna. Comunque vada, rischia di diventare una vicenda molto poco in “stile Ferrari”. Dai tempi dell’ingegnere, la filosofia del Cavallino è sempre stata la stessa.
Ed ha contribuito a creare un brand unico, dal valore inestimabile: poche parole e molti fatti.
Lo stesso Mattia è un ottimo tecnico, un buon dirigente e sicuramente una persona educata e a modo (spesso è stato accusato di esserlo troppo in quel covo di serpi che è la F1). Dire che avuto «un incontro cordiale coi massimi vertici che gli hanno confermato la fiducia non solo nel breve termine» e dopo qualche ora mettersi a fare le barricate per difendere un fortino indifendibile. Troppo semplice il rapporto gerarchico per farlo finire in maniera così ingarbugliata. Il manager ha il contratto che scade fra 12 mesi. È assolutamente lecito per l’azienda terminarlo in anticipo pagando il dovuto e anche qualcosa in più. Anche perché Binotto è stato due anni senza vincere una gara e nel 2022, dopo una partenza bruciante di Leclerc, ha visto la Scuderia brancolare nei nebbioni simili a quelli che assediamo le notti invernali di Maranello.
Inizia la caccia a chi può aver tradito gli umori interni del santuario della velocità. Qualcuno fa il nome dell’entourage di Leclerc che ha molti amici influenti nella galassia che orbita sopra la Ferrari e quest’anno qualche attrituccio col capo lo ha senz’altro avuto. Mattia è per l’impostazione Mercedes (guardate Russell e Hamilton in Brasile) che vuole i piloti liberi di correre fino a che ce ne sia un motivo. Il predestinato, che ha avuto il contratto con il Cavallino più lungo della storia, si sentiva a casa propria. I piloti non possono fare la strategia della Ferrari, ma è certo che Charles una buona parola per Mattia difficilmente l’avrà spesa...
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