Nel segno di Pasolini

Nel segno di Pasolini
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Adesso che Luca Guadagnino disegna negozi tra un film su Bob Dylan e un rifacimento di Dario Argento, sentiamo che sta per arrivare il grande momento per la libreria Pier Paolo Pasolini. E che arriverà per mano sua, prima di un remake e in attesa di una nuova candidatura all’Oscar. Il giusto tributo del cinema italiano al regista de “Il Vangelo secondo Matteo”. Facendo di un mobile un catalizzatore di cultura, un vero e proprio totem, storicizzando con un segno di matita che poi diverrà anche materiale, tutta la forza degli scritti corsari, delle periferie divenute serbatoi di voti per sovranisti e sbuffi di cinema con Totò, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Già vediamo Ninetto Davoli all’inaugurazione della libreria Pasolini, e la sua faccia quando Boeri gli dirà che l’oggetto ricorda la libreria Carlton (1981) disegnata da Ettore Sottsass, mentre Guadagnino annuncerà anche un documentario su Fernanda Pivano, ex moglie dell’architetto. È il nuovo corso della cultura, dai segni al segno fino al segnaposto, per i libri: s’intende.
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Il Mattino