Piscina ma non solo: c'è anche un parco avventura, con un percorso tra gli alberi secolari e un ponte sospeso da attraversare su di un cavo d'acciaio nella...
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La comunità Montana del Tanagro e dell'alto e medio Sele dovrebbe intervenire già a settembre, visto che il Comune ha inviato la richiesta. «È necessario un grande impegno - spiegano i tecnici della Eras srl incaricati dalla cooperativa di mettere a posto la struttura - ma tanto abbiamo già fatto». La vera avventura, però, è quella che ha portato, 34 anni dopo il sequestro alla riapertura del vastissimo parco (6 ettari). Costruita agli inizi degli anni Sessanta da una famiglia di imprenditori locali, finì poi negli anni Settanta alla famiglia Marandino che dominava il malaffare della piana di Capaccio. Un investimento importante per il clan che gestiva l'albergo realizzato all'interno del parco dove si sono tenute le feste di matrimonio di mezzo paese e anche un impianto di imbottigliamento dell'acqua Cantani al quale lavoravano un centinaio di persone e che esportava in tutto il mondo.
Ma Giovanni Mariandino non era solo un imprenditore, ma anche un camorrista: è stato accusato di essere il cassiere della Nco e soprattutto l'uomo che gestí la latitanza del capo della Nco, Raffaele Cutolo arrestato nel '79 ad Albanella a una quarantina di chilometri da Contursi.
Ma il sospetto di molti a Contursi è che parte della latitanza di Cutolo si sia svolta proprio al parco delle Querce. Molti dipendenti hanno raccontato di aver portato vassoi davanti a camere dell'hotel che rimanevano eternamente chiuse. E negli scantinati dell'hotel è stato ritrovato anche un deposito di armi. Poi dopo il sequestro e la confisca, nel 2006 è stata consegnata al Comune e e undici anni dopo é stata riaperta pubblico. Adesso la piscina è affollata da famiglie, bambini e anche da tanti turisti. Ma molto deve essere ancora fatto. «Il fabbricato dell'hotel sarà abbattuto - spiega il vice presidente della Tertium Millennium don Vincenzo Federico - intanto è stato varato in collaborazione con l'università di Salerno, un progetto per creare un laboratorio sulla dieta mediterranea in maniera da valorizzare i prodotti locali, a cominciare dall'olio di oliva».
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Il Mattino