Quanta gioia, quanti giorni, quanti sbagli

Quanta gioia, quanti giorni, quanti sbagli
Attraverso l’uccisione di una fioraia nell’autunno del 1977 a Milano, Lodovico Festa, con “La provvidenza rossa” (Sellerio), riesce a raccontare un mondo:...

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Attraverso l’uccisione di una fioraia nell’autunno del 1977 a Milano, Lodovico Festa, con “La provvidenza rossa” (Sellerio), riesce a raccontare un mondo: quello del Pci. Il suo romanzo sta alla sinistra italiana come “Assassinio al comitato centrale” di Manuel Vazquez Montalban stava a quella spagnola. L’indagine diventa un catalogo di persone e pensieri, tic e atmosfere, a tratti persino un documentario dettagliatissimo sulla nascita, l’organizzazione e la decadenza del partito comunista più importante dell’occidente. Una autopsia su un corpo che non c’è più, in una città stratificata che è anche l’unica in movimento continuo. Non sembra un giallo italiano, non ci sono banalità (certo qualche dialogo poteva essere tagliato e anche qualche giro di consultazione tra compagni), c’è una scrittura limpida, un gioco letterario credibile e la capacità di disegnare personaggi in poche righe. Lodovico Festa – che fu un dirigente del Pci milanese – è riuscito dove altri sono caduti. Sperando che non diventi una serie.  
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Il Mattino