Se la recita di Natale val bene una rissa

Una recita scolastica di bambini per Natale
«Dopo rissa tra mamme, senza danni recita Natale» (Ansa 18 dicembre 2018, ore 15.01» *** Qualcosa non va....

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«Dopo rissa tra mamme, senza danni recita Natale» (Ansa 18 dicembre 2018, ore 15.01»

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Qualcosa non va. Spesso ce la prendiamo con i ragazzini, «non sono più quelli dei miei tempi», e dimentichiamo che resta sempre l'esempio quel che conta. E' successo a Gela, in Sicilia, alla recita scolastica dell'istituto «Albani Roccella»: rappresentazione natalizia dei bambini, l'attesa che sale, i piccoli pronti ad uscire sul palco, insegnanti tesissimi, genitori e nonni che fremono. Troppo. Che riescono a fare due mamme? Litigano, smart phone alla mano, per la migliore posizione in prima fila e poter effettuare i video più ravvicinati. Parole pesanti, poi spintoni, calci e pugni, con tanto di rinforzi nelle rispettive paranze familiari. Rissa e fuggi fuggi generale.

Tutto per una foto, un filmato. E sempre più spesso i video familiari, di tutti i tipi, dal compleanno alla recita, dalla festicciola alla marachella, sono destinati a non rimanere nella cerchia familiare, al massimo tra parenti ed amici. No, sono video che vengono inoltrati, condivisi, postati, cliccati con una facilità impressionante. E giù con like e commenti di tutti i tipi, prevale minimo minimo la banalità, e con gli utilizzi che non sai mai quali possono essere.

Figli propri, esibiti come trofei. Piccole star inizialmente ad «uso» familiare da gettare in pasto al mondo (perché di questo si tratta, quando si postano foto sul web), senza rispetto alcuno per la condizione dei più piccoli. Che certo non capiscono il perché ed il rischio, ma forse si potrebbero accontentare del semplice applauso o del regalino dei nonni. E magari si invoca la privacy, a scuola, anche per il voto in pagella.

Apparire conta più dell'essere? A tutti i costi? Qualcosa non va, davvero. Si perde facilmente il già traballante senso del limite e, come a Gela, anche una recita di Natale può essere l'occasione per litigare e tirare fuori tutti i non-valori, le visioni distorte del primato e dell'apparire, magari del rancorismo che a grandi passi attraversa e caratterizza sempre più la società di quest'Italia.

Fa piacere, almeno, che il giorno dopo la recita si sia svolta «regolarmente». E che alla fine ci siano stati gli auguri, mentre le due mamme e le famiglie litigiose saranno denunciate per rissa. «La scuola non si arrende alla violenza», è stato ribadito da prof ed alunni dell'istituto siciliano. Meno male. Meglio tardi che mai.
Se certe degenerazioni, dalla recita che diventa un ring al mancato rispetto per gli insegnanti, avvengono nell'istituzione deputata alla formazione e all'istruzione dei cittadini del domani, c'è da preoccuparsi assai. Ancor di più se il peggio di sè non lo danno i ragazzi. Ma i loro genitori.
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 «Una buona madre vale cento maestri» (Herbert) Leggi l'articolo completo su
Il Mattino