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«Mattarella: scuola deve correre, si deve credere nei giovani» (Ansa, 18.09.2023, ore 19.01)
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Orrori e violenze sessuali (ancora) al Parco Verde di Caivano, il giovane musicista Giogiò ucciso, a Napoli, da un minorenne con pistola nella cintola. Gli sbarchi di disperati a Lampedusa che si susseguono dall'Africa senza soluzione di continuità, l'emergenza dell'accoglienza dei migranti. E ancor prima le alluvioni in Romagna, le grandinate e i roghi in Sicilia e Sardegna, gli scontrini folli e le ferie costose, i femminicidi, le stragi sulle strade di minorenni al volante, l'alcol a fiumi e il poco rispetto per sè e gli altri.
In un lampo provi a tenere il filo conduttore di questi (sono solo i principali eventi che proviamo a mettere l'uno dietro l'altro) e una parola che li tiene insieme, forse, c'è: formazione. La Treccani riassume il significato figurativo di questo termine: “atti, modo di formare riferiti allo sviluppo psicofisico e intellettuale della persona o, con senso attivo, all’educazione civile, spirituale e morale, o alla preparazione e all’addestramento specifici”.
Che cosa occorre, se non formazione, per insegnare ai ragazzi il sesso senza violenza evitando di "istruirsi" sul web a portata di clic? O immaginare il dialogo e il chiarimento senza pistole tonanti, dolore per chi muore e carcere per chi resta, tolleranza per chi scappa dal Sud del mondo (è questione di latitudine, la nostra fortuna), o il rispetto per la natura, la sobrietà nelle cose che ci possiamo permettere e non quelle che si “debbono” fare per forza, la considerazione per la delicatezza delle esistenze, il dovere di prudenza e la consapevolezza della necessaria sicurezza quando pur ci si sente giovani e forti, invincibili. E l'amore per se stessi, per i propri corpi, il rispetto per le vite altrui.
Allora, è necessaria la saggezza serafica ma severa del primo degli italiani, il Presidente della Repubblica, per ricordare quanto, oltre l'emergenza, va subito investito sulla formazione. «La scuola - ha ribadito Mattarella agli studenti di Forlì - è il vostro cammino di libertà».
Sono almeno quarant'anni che la scuola italiana è vittima di un inesorabile processo di sottovalutazione e disarticolazione. Chi è già, nel frattempo, diventato adulto ne ha impunemente svilito il compito senza pensare al futuro dei figli e dei figli dei propri figli. Ciò sempre più rapidamente, complici la globalizzazione e la rapida sopraffazione della Rete che propone il fatidico, gratuito e mostruoso "l'ho letto su Internet".
Potremo contrastare ogni emergenza nel miglior modo. Ma se non metteremo mano, il più presto possibile, con coscenza e senza slogan, ma con sapiente programmazione e fondi adeguati, alla ripresa della formazione scolastica, difficilmente avremo un (bel) futuro. E non solo tra gli stretti, miseri confini, della nostra troppo presuntuosa Italia.
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«L'istruzione non solo riforma la condotta ma è fonte di benessere, reca vantaggi reali anche in occasioni eccezionali» (Cantù, Attenzione) Leggi l'articolo completo su
Il Mattino