Sotto la pagina niente

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In questi anni di decadenza culturale italiana abbiamo visto molte cose, dopo la mancanza di responsabilità assoluta da parte di chi comanda, quella più grave è la trasformazione degli scrittori in personaggi, in protesi dei loro stessi romanzi. In una ricerca della singolarità e di uno spazio che, invece, deve dare la scrittura, la voce, il mondo che si decide di raccontare. Tra questi, da tempo, Isabella Santacroce è più personaggio che trama, più maschera che libro, più spettacolo che scrittura, e non stupisce né scandalizza nessuno la sua ultima trovata – mostrare il culo – per la mancata chiamata al Salone del libro di Torino. A parte che bisognerebbe essere orgogliosi di non averci mai messo piede, ma soprattutto lo immaginate Kafka? O per rimanere alle donne la Ortese? Virginia Woolf? Fare cose simili? Siamo in zona Vanzina – non smetterò mai di apprezzarli per come hanno saputo cogliere tutti i difetti del carattere italiano – che, già anni fa, avevano inserito, con Massimo Boldi, lo scherzo del culo alla vecchia in un loro film. Ecco, nemmeno la fantasia di voltarsi. 
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Il Mattino