Trump e stampa, i limiti dell'autocritica

Trump e stampa, i limiti dell'autocritica
Da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, tra i commenti di editorialisti e giornalisti vari sta prevalendo la voglia di autoflagellazione....

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Da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, tra i commenti di editorialisti e giornalisti vari sta prevalendo la voglia di autoflagellazione. Tutti a ripetere che la stampa di tutto il mondo, a cominciare da quella americana che non si aspettava la sconfitta di Hillary Clinton, ha sbagliato tutto dimostrando l’irrilevanza della carta stampata.


Non conosco categoria più adusa all’autodenigrazione di quella dei giornalisti, sempre in prima fila a sputtanarsi da soli. I giornalisti non sono Sibille Cumane, possono prendere delle clamorose topiche, possono non capire, soprattutto quando sono in atto profonde trasformazioni sociali e culturali. Da qui a suonare le trombe dell’Apocalisse ce ne passa. Piuttosto, acalàmme e faticàmme per capire e far capire che cosa sta davvero accadendo, senza atteggiarci a mosche cocchiere, ma neanche a reliquie di un passato ormai sepolto. L’autocritica è sana e giusta, ma a tutto c’è un limite. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino