Una forza da rimpiangere

Una forza da rimpiangere
È un peccato che l’editoria italiana consideri il racconto un genere minore, e che ci siano sempre meno raccolte ed esperimenti e sempre più gialli inutili,...

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È un peccato che l’editoria italiana consideri il racconto un genere minore, e che ci siano sempre meno raccolte ed esperimenti e sempre più gialli inutili, mentre tutti – ovviamente citano – Carver e Munro, qualcuno persino Cechov. Poi arriva una mini raccolta di tre racconti, “La ragazza scomparsa” (Adelphi, traduzione di Simona Vinci), di Shirley Jackson e sbam: tutti fanno i conti con la forma breve, con la precisione e la bellezza e il ritmo, in poche pagine. Ovvio, di scrittrici così non ce ne sono in Italia, anche se c’è tutto un rivendicare di femminilità su pagina, ci sono le ragazze della narrativa w-uao, che è una cosa che rimanda ad altro, non alla scrittura, ai circoletti nautici, alle tisane, alle gonne, ai cucchiaini, alle quote rosa; invece la Jackson è un chirurgo dell’orrore quotidiano, della perdita, è un temporale che squassa, travalica, rompendo consuetudini e affetti, purtroppo passato, lontano, che possiamo solo ri-evocare e rimpiangere. Una forza da rimpiangere.
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Il Mattino