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Ratzinger: migliaia di persone in fila per l'omaggio (Ansa, 2.1.2023, ore 11.19)
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Diceva un insegnante saggio che l'avanzare dell'età si misura per davvero quando aumenta la tua attenzione alle persone che muoiono e alla quantità di funerali a cui partecipi. Nonni e genitori confermano che è così, ma avrà colpito anche i più giovani, nel 2022 chiuso da poco, la quantità di morti che siamo stati costretti a contare. Nella nostra cerchia di conoscenze, più o meno ampia, nel Paese, nel mondo. I morti del conflitto russo-ucraino hanno purtroppo ancora una contabilità a parte, come quelli di un Covid sempre pronto a minacciare il mondo, per non parlare di quelli per atti di violenza o per fatalità.
Se Mattarella ricorda le troppe morti per incidenti stradali e rivolge un appello ai più giovani affinché abbiano cura delle proprie vite, l'elenco delle persone note che si sono spente lo scorso anno balza davvero agli occhi.
Ma andando a ritroso rapidamente nel 2022, da Pelé a Frattini, da Asor Rosa a Mihajlovic, da Maroni a Godard, dalla Regina Elisabetta II d'Inghilterra a Gorbaciov, da Olivia Newton John a Del Vecchio e Trintignant, da Scalfari a Piero Angela, da De Mita a Sassoli e Bianco, da Spaak a Monica Vitti, ci rendiamo conto di come sia trascorso un anno in cui il naturale ciclo vita-morte abbia fatto il suo corso. Inesorabilmente. In tutti i campi. E questo al fianco, naturalmente e sicuramente dopo, i dolori intimi, personali, di cisscuno di noi: chi ha perso un parente e chi un amico, chi un conoscente.
Non si vuole qui indurre alla tristezza, tutt'altro. Ma alla prospettiva, chissà perché più forte in avvio di ogni nuovo anno, dell'apprezzare la vita che nasce, si sviluppa, avanza, invecchia. Ma procede. In ogni stagione. Ecco perché, con una feroce guerra in Europa ancora in corso, con un mondo che in molti suoi aspetti, manifestazioni e scenari si contraddice e appare “capovolto”, forse vale la pena di ritrovare forza e fiducia per guardare al futuro da protagonisti, senza disperarsi, senza “maledire” il presente anche quando questo non ci soddisfa del tutto. La morte, ce lo ricorda Totò, è una livella.
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«Il viver si misura dall'opre e non da' giorni» (Metastasio, "Ezio", a.3)
Il Mattino