Who?

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La letteratura e il giornalismo, dell’ultimo decennio italiano, confermano che delle cinque W anglosassoni hanno scelto quella più debole, facendone un vessillo: Who. È come...

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La letteratura e il giornalismo, dell’ultimo decennio italiano, confermano che delle cinque W anglosassoni hanno scelto quella più debole, facendone un vessillo: Who. È come se il lavoro che è stato di Calvino, Manganelli, Pavese, o quello che è stato di Fusco e che è di Valli, ora fosse di Alfonso Signorini. E allora giù scrittori e giornalisti in costume e stravaganze (meglio se con deviazioni e malattie, fobie e ossessioni). Mentre prima Parise se ne andava in Vietnam, la Fallaci cercava attraverso i potenti una spiegazione al suo ego, Buzzati si inventava la Fortezza Bastiani, oggi basta una stravaganza, trentamila battute e un paio di sandali portati senza calzini anche d’inverno. È come se l’Italia attraverso libri e giornali avesse rinunciato alle altre restanti W, persino all’inquietudine della vita – pensate ad Anna Maria Ortese – in nome delle maschere. Tutto quello che prima era testo ora è con-testo, tutto quello che era etica ora è est-etica, e non sto parlando di impegno ideologico ma di impegno nella scrittura. 
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Il Mattino