«Io come Cetto la Qualunque? Solo uno sfregio dei miei nemici»

«Io come Cetto la Qualunque? Solo uno sfregio dei miei nemici»
«Qualche stro... ha fatto circolare questo video: sicuramente è stato qualche nemico interno. Ma si può giudicare un uomo politico da un video?». ...

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«Qualche stro... ha fatto circolare questo video: sicuramente è stato qualche nemico interno. Ma si può giudicare un uomo politico da un video?».


Alfio Baffa, il candidato della Lega al Consiglio regionale della Calabria, divenuto famoso con un video di cattivo gusto che lo riprende mentre in vasca da bagno fuma il sigaro e beve rum, prova a difendersi buttandola appunto in politica. Come se il merito non contasse più di tanto, derubricato a gesto goliardico tra amici.

Sì, perché l'ormai famigerato gruppo dall'indegno nome Revenge porn (reato con cui ci si vendica tramite immagini o allusioni erotiche) viaggia sul whatsapp di 15 amici calabresi. «Lì stava da tre mesi, era circolato pure dalle mie parti e non era successo nulla. Adesso che sono candidato e mancano pochi giorni alle elezioni regionali, guarda caso è uscito di nuovo», commenta Baffa, giovane imprenditore con un passato politico prima in Forza Italia ed ora al fianco di Matteo Salvini. Dal suo partito ha avuto tanta solidarietà, nessuna presa di distanza ufficiale insomma. Tutto normale, anche se i malumori per questa inopportuna iniziativa si sono creati eccome. La realtà spesso riesce a superare ogni sketch comico, al punto che Baffa non si offende se qualcuno lo accomuna al personaggio interpretato da Antonio Albanese, Cetto La Qualunque.
 
Baffa, è diventato famoso in tutta Italia con un video a dir poco discutibile da tanti punti di vista in generale e soprattutto perché lei ambisce a rappresentare i cittadini calabresi in Regione.
«È soltanto un video di un saluto ad alcuni amici all'interno di un gruppo whatsapp: qualche stro lo ha fatto uscire fuori adesso. Guarda un po' proprio in campagna elettorale.... »

Pensa a nemici politici all'interno del centrodestra?
«Io sono inattaccabile da ogni punto di vista, però quando c'è una competizione elettorale si usano qualsiasi metodo e strumento contro i contendenti. Tre mesi fa già lo conoscevano questo mio video dalla vasca da bagno, adesso è diventato di dominio pubblico. Ma ci tengo a difendermi, perché sono alla prima esperienza di candidatura al Consiglio regionale e non ho mai fatto nulla di male».

Quali reazioni si sono prodotte? Per strada, magari qualche donna che si è sentita offesa, non le hanno detto nulla in questi giorni?
«Nulla di particolare, anzi. La gente che prima non mi votava, ora mi voterà: ha capito che ho subito una cattiveria personale e si è posizionata al mio fianco».

Ne avrà parlato con i vertici della Lega?
«Sì certo, preferisco lasciare riservato il contenuto della chiacchierata, ma posso dire che mi hanno detto di andare davanti. Ho ricevuto grande solidarietà».

Non ammette che quel contesto, i richiami ai boss mafiosi con sigaro e rum, sia inaccettabile?
«Era fatto apposta per salutare gli amici del mio paese. Basta. Ma si può mai giudicare un uomo politico per un semplice video? Nessuno vede i programmi, le idee e quanto fatto nella vita professionale?»

Insomma, per lei è importante essere votati. Non contano la brutta figura e le polemiche.
«Ho avuto una buona pubblicità, non c'è che dire. Ma ci tengo ad evidenziare che io sono una persona perbene e stimata. Si sono arrabbiati più i miei elettori che i nemici per queste polemiche. Io invece non ho mai attaccato i miei avversari. Ho un mio profilo di imprenditore e poi una carriera politica, voglio essere giudicato per questo. Anzi, sono preoccupato che la politica calabrese perde il proprio tempo dietro a queste cose che non hanno valore».

Non si offende se la definiscono il vero Cetto La Qualunque?
«Nemmeno leggo i commenti e le critiche, ma poi chiedo: un bagno nella vasca non se l'è mai fatto nessuno? Che male c'è?».

Neanche atteggiarsi alle maniere del boss mafioso andava evitato?
«Ma no! Ho una mia onorabilità, chi mi conosce lo sa. In quel gruppo ci sfottiamo l'uno con l'altro e così ho fatto con quel video. Però certo devo riconoscere che ho fatto un botto».

Si riferisce alle condivisioni social? Del resto anche il suo leader Salvini realizza tanti video sui social per promuovere le proprie iniziative pure in modo leggero. Insomma, questi mezzi funzionano per la propaganda politica e vanno sfruttati?
«Ho avuto due milioni di visualizzazioni, incredibile».

Cambiate almeno il nome al gruppo che si chiama Revenge porn: si tratta di una pratica indegna dalle conseguenze spesso tragiche.

«Sto in un gruppo di 15 amici in cui l'amministratore, che non sono io, ha dato questo nome».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino