REGGIO CALABRIA - Si nascondeva ad appena venti chilometri da Locri, dal luogo dove ieri oltre 25mila persone hanno sfilato per ricordare le vittime delle mafie....
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Santo Vottari si era reso irreperibile già dal dicembre del 2006: era ritenuto responsabile (poi assolto dall’accusa di omicidio) del delitto di Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta e sorella di Sebastiano Strangio, freddata a colpi di kalashnikov a San Luca il 25 dicembre 2006. Nella sparatoria rimasero ferite altre due persone e il figlio della donna, di soli 5 anni. Quell’omicidio venne considerato un fatto eclatante e la risposta allo “sgarro” non tardò ad arrivare: il 4 gennaio con l’uccisione di Bruno Pizzata si decise di “colpire” la famiglia Vottari.
Per gli inquirenti Santo Vottari è ritenuto proprio uno dei partecipanti alla faida di san Luca. Una faida innescata da uno scherzo di carnevale nel febbraio del 1991, quando alcuni ragazzi delle famiglie Strangio e Nirta lanciarono delle uova all’interno di bar gestito dai Vottari. Da qui la vendetta a colpi d’arma da fuoco che provocherà decine di morti e culminerà poi con la strage di Duisburg del 15 agosto di dieci anni fa, quando nella notte, nei pressi del ristorante “Da Bruno”, un commando entra in azione uccidendo sei persone. La mattanza rappresentò il culmine della faida di San Luca tra le cosche dei Pelle-Vottari da un lato e dei Nirta-Strangio dall’altra. Sul conto di Santo Vottari pende l'esecuzione di una condanna per associazione di tipo mafioso, disposta con sentenza emessa il 19 marzo 2009 dal Tribunale di Reggio Calabria. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio del Sette, per l'operazione, eseguita dai Reparti speciali dello Squadrone dei Cacciatori Carabinieri e dal Comando provinciale di Reggio Calabria: «Voglio ringraziare - ha sottolineato il ministro Minniti - l'Arma dei Carabinieri che, con l'alta professionalità e il sacrificio dei suoi uomini, dopo articolate attività investigative, è riuscita ad assicurare alla giustizia uno dei ricercati più pericolosi d'Italia». Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, su Twitter sottolinea la «nuova, brillante operazione della nostra Arma». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino