Catturato «'u sparitu»: capo 'ndrina era a casa della figlia Barbaro nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi

Il capoclan catturato dai carabinieri
Lo chiamano «'u sparitu» per la sua fama di imprendibile, ma da qualche ora non resta che il ricordo della sua "leggendaria" capacità di sparire...

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Lo chiamano «'u sparitu» per la sua fama di imprendibile, ma da qualche ora non resta che il ricordo della sua "leggendaria" capacità di sparire dalla circolazione. Rocco Barbaro, capo 'ndrina inserito nell'elenco dei trenta ricercati più pericolosi d'Italia, è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, agli ordini del colonnello Giancarlo Scafuri.

Era a casa della figlia, a Platì, roccaforte della cosca dei Barbaro-Castanu. L'abitazione si trova nel nel cuore del paese, quando c'è stata l'irruzione il boss stava pranzando. Quando Barbaro è uscito in manette dal suo covo, decine di persone erano in attesa nei paraggi. Alcuni hanno inveito contro i carabinieri.
Barbaro è fuggito nei primi mesi del 2015, momento in cui nei suoi confronti fu spiccato un ordine di arresto per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni èer fatti avvenuti in Lombardia dove la 'ndrangheta ha da tempo trasferito i propri principali interessi.
Si tratta di un personaggio di imponente caratura criminale, peraltro cognato di Giuseppe Pelle, figlio del defunto Antonio alias «'u gambazza», capo dell’omonima cosca di San Luca.
Sanguinaria la 'ndrina della quale Rocco Barbaro è considerato a capo: suo padre Francesco «'u castanu» si trova in carcere con pena all’ergastolo per l’omicidio del brigadiere dei carabinieri Antonino Marino.
Da oggi, 'u sparitu, non è più tale: dopo mesi di indagini coordinate dalla Dda, la sua fama di imprendibile è finita per mano dei carabinieri del Gruppo di Locri (agli ordini del tenente colonnello Pasqualino Toscani), dell’aliquota operativa della locale compagnia (diretti dal capitano Rosario Scotto Di Carlo) e i militari della stazione di Platì (coordinati dal maresciallo capo Luigi Di Gioia). Alle fasi conclusive della cattura hanno preso parte anche gli uomini dello Squadrone eliportato cacciatori Calabria.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino