Cosenza - Liberi di amare nel grande corteo del primo gay pride a Cosenza. Liberi di esserci anche se è il giorno del matrimonio. Foto e applausi per due sposini in...
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Non mancano le bandiere rosse e alcuni volti noti del Pd cittadino. Segno che la battaglia per la conquista dei diritti civili resta un richiamo forte per la sinistra, ma oggi trasversale agli schieramenti. Nessuno contestazione ha rovinato la festa.
Collane floreali, look e trucchi stravaganti, tacchi vertiginosi, palloncini colorati e bandiere arcobaleno: c'è tanta voglia di divertirsi e di sentirsi liberi di amare. Sui carri trans, drag queen e musica, sotto la guida sapiente e creativa di Carla Monteforte, giornalista che ha curato la comunicazione del Pride, da anni impegnata nelle lotte per il riconoscimento dei diritti Lgbt.
Arrivo in piazza Amendola, luogo storico e simbolico perché proprio lì si ritrovavano un tempo, in clandestinità, i gay cosentini. Si balla con la colonna sonora dei grandi classici ormai parte integrante dell’immaginario gay: dalla grande Raffaella Carrà nazionale alla Disco di “Don't want no short dıck man”. Le misure contano come l’amore di due ragazze che si tengono per mano. «Abbiamo trovato una città bella e disponibile ed anche se qualcuno ancora non si sente pronto, lo aspettiamo per la prossima edizione», dice Silvio Cilento, componente del direttivo Arcigay, riferendosi alla mancata adesione del sindaco Mario Occiuto. «La Calabria oggi fa un passo – commenta una drag queen lucana - in avanti per quanto riguarda la tutela dei diritti. Qui in piazza vedo anche tante persone eterosessuali perché le battaglie per i diritti civili sono battaglie trasversali, non sono battaglie che devono essere condotte solo dalle persone Lgbt. Tutti insieme, tutti uniti per regalare alle nuove generazioni una civiltà dell accoglienza e della tenerezza».
Il Mattino