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Soldi, una montagna di soldi. Ammonta ad oltre 800 milioni di euro il valore dei beni sequestrati dal Nucleo di polizia economica e finanziaria di Catanzaro della Guardia di finanza, con la collaborazione dello Scico, a tre fratelli imprenditori di Lamezia Terme, Francesco, Pasqualino e Marcello Perri. Tra i beni sequestrati ai fratelli Perri c'é il centro commerciale «Due Mari», il più grande della Calabria, ubicato a Maida, tra Lamezia Terme e Catanzaro e con un volume d'affari particolarmente elevato. Oltre al centro commerciale, ai fratelli Perri sono stati sequestrati 19 ipermercati, concessionarie di auto e moto, le loro quote in 34 società comprese la squadra di calcio «Vigor Lamezia srl» e la 'Pallavolo Lamezia', una quarantina di veicoli, tra cui una Ferrari, e rapporti bancari intestati agli stessi imprenditori ed a loro familiari. Nell'elenco dei beni sequestrati figurano, inoltre, 26 fabbricati, due ville di lusso e 42 terreni.
Il sequestro del «Due Mari»
Il provvedimento di sequestro é stato emesso dall'Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda.
L'omicidio del 2003
Non é la prima volta, peraltro, che il centro commerciale «Due Mari» è al centro della cronache giudiziarie. Il padre dei fratelli Perri, Antonio, noto per le sue vaste attività imprenditoriali, fu ucciso, quando aveva 71 anni, in un agguato di stampo mafioso a Lamezia Terme il 10 marzo del 2003. Perri venne assassinato da due persone armate di pistole mentre si trovava in una struttura commerciale di sua proprietà. Gli assassini entrarono a viso scoperto nella struttura e, dopo avere riferito ad un dipendente di avere necessità di parlare con Perri, che in quel momento si trovava nel suo ufficio, spararono contro l'imprenditore quando se lo trovarono di fronte. Quando fu ucciso, Antonio Perri si accingeva ad aprire il centro commerciale «Due Mari», per la realizzazione del quale, secondo quanto é emerso dalle indagini, ci sarebbe stato l'interesse da parte di alcune cosche di 'ndrangheta di Lamezia Terme. E la presunta vicinanza di Antonio Perri ad ambienti mafiosi avrebbe rappresentato uno degli elementi che hanno caratterizzato le indagini che hanno portato, adesso, al sequestro del centro commerciale «Due Mari».
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