Pentito calabrese evade dal carcere di Voghera

Carcere di Voghera
Un ergastolano di origini calabresi è evaso dal carcere di Voghera, approfittando di un permesso premio. Il detenuto, oggi collaboratore di giustizia, non è...

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Un ergastolano di origini calabresi è evaso dal carcere di Voghera, approfittando di un permesso premio. Il detenuto, oggi collaboratore di giustizia, non è rientrato nella casa circondariale facendo perdere le sue tracce. «Il permesso premio era stato autorizzato per recarsi in una località del Piemonte», spiega Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, che giudica la condotta del 60enne calabrese «un evento irresponsabile e gravissimo, per il quale sono già in corso le operazioni di polizia dei nostri agenti della Penitenziaria finalizzati a catturare l’evaso».


Le ricerche sono in corso in Piemonte e Lombardia: le operazioni riguardano in particolare la zona di Ivrea e di Torino, dove gli investigatori presumono possa essersi nascosto, ma si perlustra anche l’area del vogherese e il resto della provincia di Pavia. L’uomo aveva ottenuto un permesso di quattro giorni da parte del magistrato di sorveglianza ed era uscito dal carcere per andare a trovare la madre che vive tra Ivrea e Torino. «Tecnicamente - afferma Capece - si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto».


Nei primi sei mesi del 2016 si sono registrate ben 14 evasioni da permessi e 9 mancati rientri in carcere da detenuti ammessi al lavoro all'esterno delle strutture di pena. «Dati minimi, rispetto ai beneficiari – sostiene il sindacato -. Questo non deve però inficiare l'istituto della concessione dei permessi ai detenuti. Servirebbe, piuttosto un potenziamento dell'impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell'area penale esterna. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio anche negli uffici per l’esecuzione penale esterna - conclude -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione proprio dei permessi premio, delle misure alternative alla detenzione, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel corpo di Polizia Penitenziaria, istituzione invece pesantemente penalizzata anche dall'ultima manovra finanziaria: la sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli indiscriminati e ingiustificati e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli agenti di Polizia Penitenziaria».
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Il Mattino