Reggio Calabria, confisca di beni per 200 milioni a noti imprenditori reggini: c'è anche ex presidente della Medinex di volley femminile

Reggio Calabria, confisca di beni per 200 milioni a noti imprenditori reggini: c'è anche ex presidente della Medinex di volley femminile
Uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza e del Centro Operativo Dia di Reggio Calabria hanno eseguito, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di...

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Uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza e del Centro Operativo Dia di Reggio Calabria hanno eseguito, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, misure di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di due imprenditori reggini, Pietro Siclari e Pasquale Rappoccio, confiscando loro in Calabria ed in Lombardia 9 società, 220 beni immobili e 22 rapporti finanziari, il tutto per un valore stimato pari a oltre 214 milioni di euro.


Tra i destinatari del decreto di confisca gli l'imprenditori Pasquale Rappoccio, ex presidente della squadra femminile di pallavolo Medinex e socio della società sportiva Viola che ha militato nelle massime serie del campionato di basket italiano, e Pietro Siclari, imprenditore nel settore edilizio, alberghiero e immobiliare coinvolto nell'operazione Entourage.



Nell'ultimo ventennio, spiegano gli inquirenti, i due imprenditori hanno avuto «un arricchimento

decisamente anomalo se rapportato alla lecita capacità reddituale dichiarata».



Rappoccio è attualmente incensurato ma coinvolto in importanti procedimenti penali volti a

contrastare lo sviluppo e la penetrazione delle potenti cosche di 'ndrangheta negli ambienti imprenditoriali

e finanziari reggini.



Il provvedimento - riferisce una nota - rappresenta l'epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria - Gico e dal Centro Operativo della Dia di Reggio Calabria e che ha permesso di accertare un'ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e il patrimonio a disposizione, direttamente o indirettamente, dei due imprenditori che, sebbene abbiano mantenuto nel tempo una facciata di rispettabilità, sono risultati essere contigui con esponenti della locale criminalità organizzata reggina tra cui quelli delle cosche Tegano e Condello di Reggio Calabria, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò.



Il procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho, che ha personalmente coordinato l'intervento, ha illustrato i dettagli dell'operazione durante una conferenza stampa.
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Il Mattino