Celebrato nel cuore della montagna calabrese, a Santo Stefano in Aspromonte, il 170esimo anniversario della nascita del Tricolore. Sì, stando a quanto rivendicano i...
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Così, martedì scorso, a scandire solennemente i tempi dell’alzabandiera, davanti alle massime autorità civili e religiose, c’erano i carabinieri della stazione aspromontana, l’Associazione nazionale bersaglieri e la fanfara.
Nel contesto della “Festa della Bandiera” promossa dal Comune in sinergia con l’Ente Parco nazionale d’Aspromonte e la locale Consulta giovanile, ha emozionato l’inaugurazione del “murale” sul tema (“Echi di storia patriottica”) realizzato dalla pittrice Daniela Autunno. Il monumento pittorico illustra «passato e presente in continua osmosi», rappresentando tra l’altro il Castello aragonese di Reggio Calabria da cui partì il segnale di rivolta contro i Borboni e le fregate borboniche “Guiscardo” e “Ruggiero” pronte, per tutta risposta, a bombardare la città dello Stretto.
Il primo cittadino di Santo Stefano Francesco Malara e il sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà hanno affiancato gli storici Elio D’Agostino e Carmela Cutrì nel ricordare i passaggi della storia risorgimentale che hanno interessato molto da vicino queste zone interne della Calabria “selvaggia”, che sull’altare dell’unità del Paese versarono un rilevante tributo di sangue, donando all’Italia patrioti intrepidi e misconosciuti come Domenico Romeo, che in seguito alla repressione della rivolta da parte delle truppe borboniche fu ucciso e decapitato: la sua testa fu esposta per due giorni nel cortile del carcere reggino all’epoca intitolato a San Francesco, come monito per tutti i combattenti per la libertà e l’unità del Paese. Questo però non bastò a domarli, e i discendenti di Romeo a loro volta abbracciarono la causa, perorandola anche da deputati del Regno.
«Oggi è fondamentale richiamarsi a quei valori – ha affermato, tra l’altro, il sindaco Malara – proprio per far capire ai giovani l’importanza di riconoscersi nei colori del Tricolore, purtroppo spesso vituperato da un dibattito politico sempre più superficiale e populista».
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Il Mattino