Caso Scajola, concessi i domiciliari a Chiara Rizzo, moglie di Matacena che ora accusa l'ex ministro

Caso Scajola, concessi i domiciliari a Chiara Rizzo, moglie di Matacena che ora accusa l'ex ministro
Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Chiara Rizzo, moglie dell'ex parlamentare di FI Amedeo Matacena. La donna ha lasciato oggi il carcere di Reggio Calabria. Gli...

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Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Chiara Rizzo, moglie dell'ex parlamentare di FI Amedeo Matacena. La donna ha lasciato oggi il carcere di Reggio Calabria. Gli avvocati Bonaventura, Candido e Calo Biondi, difensori di Chiara Rizzo, avevano presentato sabato scorso al giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria una nuova istanza di scarcerazione della loro assistita.








Chiara Rizzo è stata arrestata nel maggio scorso perchè accusata, insieme all'ex ministro Claudio Scajola ed altre sei persone, della mancata esecuzione della condanna nei confronti di Amedeo Matacena e del tentativo di schermare le aziende di quest'ultimo per evitarne il sequestro.



«Quello che sembra l'attore ed il gestore dell'operazione di libano è Scajola al quale mia moglie aveva chiesto aiuto». Lo ha detto via Skype all'Ansa da Dubai Amedeo Matacena. «È lui - ha aggiunto - che ha proposto e gestito l'operazione. Quindi mandare lui ai domiciliari e tenere mia moglie in carcere è stato davvero assurdo».



Il 3 luglio scorso il Gip ha rigettato una richiesta di revoca o modifica della misura cautelare in carcere presentata il 26 giugno. «Adesso - affermano i due legali - abbiamo depositato una nuova istanza (già ieri girata al Pm per il parere) con la quale chiediamo l'applicazione del D.L. 92/14 in vigore dal 28 giugno ed in base al quale non può essere applicata la misura di custodia in carcere se è prevedibile che la pena da applicarsi all'esito del processo sarà non superiore a tre anni». «La signora Rizzo - prosegue la nota di Candido e Biondi - è incensurata e la pena edittale prevista per i reati per i quali si trova in carcere è da tre mesi a sei anni. Inoltre in qualità di coniuge (in razione all'art. 390 c.p. contestato) ha anche diritto ad una diminuente».
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Il Mattino