Dopo l'Arco di Diana adiacente alla chiesa benedettina di Sant'Angelo in Formis, un altro bene architettonico di immenso valore storico-artistico nel Casertano finisce...
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Le indagini della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone hanno accertato che il complesso monastico, costituito dai resti di un corpo principale dotato di un chiostro e da una chiesa adiacente, versa in completo stato di abbandono con vistose lesioni verticali ed apparati radicali presenti nella muratura; la struttura è stata interessata da numerosi crolli negli ultimi anni, sia delle mura perimetrali che delle volte. I rischi strutturali sono noti da anni, ma gli interventi, causa scarsità dei fondi, hanno riguardato solo la cappella dedicata a Malgerio Sorel, feudatario di Alife che si fece monaco lasciando tutti i beni alla Chiesa; nel 2010 si intervenne rinforzando le travi di abete grazie ai soldi, pari a circa 15mila euro, stanziati da una banca privata; la struttura subì danni importanti dopo il sisma che nel 2013 colpì l'Alto-Casertano, che provocarono un intervento di puntellamento. Da allora si sono susseguite le richieste di opere che mettessero realmente in sicurezza il sito, sia la cappella che l'intero complesso: nel 2015 l'archeologo Domenico Caiazza, presidente del Centro Studi Medioevale di Terra di Lavoro, e il presidente della sezione casertana dell'Associazione Italia Nostra Giancarlo Pignataro, inviarono una lettera alla Sovrintendenza competente, quella di Caserta e Benevento, e al ministero dei Beni Culturali, ma nessuno intervento è stato effettuato. È così dovuta intervenire la magistratura per salvare un gioiello del territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino