Ci sono voluti 16 anni di sofferenze, solitudine, attese e lotta contro i poteri forti e la camorra: solo oggi si avvia finalmente a conclusione la vicenda dell'imprenditore...
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Anche se le aule dei tribunali hanno dato ragione a Gallo, a causa di un contenzioso con l'Anas, l'imprenditore non ha mai potuto aprire la sua pompa di benzina, che attende il taglio del nastro dal 2002. Il gestore delle rete autostradale infatti finora non aveva rilasciato il nullaosta, considerando decaduta la vecchia concessione e non più a norma l'impianto, dopo le nuove regole sulla sicurezza degli accessi stradali ai distributori.
Ma le cose sono cambiate con l'arrivo al vertice di Anas del presidente Gianni Vittorio Armani che si è attivato affinché Gallo riuscisse ad aprire in tempi rapidi la sua pompa di benzina e la giustizia avesse finalmente corso. «Sono contento che la vicenda di Luigi Gallo si sia risolta anche grazie al nostro contributo, perché in particolare chi ha combattuto il crimine, si merita che la burocrazia gli risolva i problemi e non si trasformi, come troppo spesso accade, in un muro impenetrabile», ha detto Armani all'Ansa.
Ora si attende solo che il Comune di Villa di Briano termini il collaudo dello svincolo dal quale le auto che si riforniranno alla pompa di Gallo potranno ritornare sull'arteria principale. L'impegnativa di spesa, per circa 20 mila euro, sarà approvata dal comune già lunedì prossimo, assicura il vicesindaco Giordano Bruno. Dopodichè Gallo inizierà i lavori per aprire l'impianto in tempi rapidi, già nei primi mesi del 2018.
«Ringrazio di cuore il presidente Armani ma anche il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione antimafia, che mi ha fornito aiuto concreto e sostegno in questi difficili anni - dice Gallo - Lo stesso non posso dire di alcuni parlamentari campani, ai quali mi ero rivolto per avere giustizia. Ho ottenuto attenzione da un parlamentare piemontese, non da quelli conterranei». Gallo ringrazia anche i legali che lo hanno assistito in questi anni nelle battaglie che ha condotto: l'avvocatessa Luisa Acampora, lo studio legale Abbamonte, gli avvocati Delio Iorio e Francesco Parente, il legale Massimo Tommasone. «In Italia chi denuncia ladri e mafiosi spesso fa una brutta fine: isolato, minacciato, disoccupato. Gallo, testimone d'accusa importante contro i traffici dei Cosentino, rischiava di fare proprio questa fine. Siamo riusciti ad evitarlo e di questo sono grato al Presidente Armani che non ha trattato la vicenda come una pratica tra le altre. I mafiosi sono attenti ai segnali, dobbiamo esserlo di più anche noi», commenta Mattiello. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino