Caserta. Nella città capoluogo si può bere la migliore acqua potabile d’Italia, oltre ad Aosta, Ancona e Perugia. Sono i risultati di una indagine effettuata...
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«Eppure nell’immaginario collettivo non solo casertano ma italiano e internazionale, grazie alla Terra dei fuochi, è ormai convinzione comune che le falde freatiche sono inquinate», commenta Vito Amendolara, vice presidente della Federazione europea per la sanità animale e sicurezza alimentare (Fesass) con delega alla sicurezza e alle frodi alimentari.
«L’indagine - spiega - boccia come pessime le acque di Genova e Firenze classificando accettabili e buone tutte le acque degli altri 31 capoluoghi di provincia esaminati. Allo stesso tempo viene messa in evidenza nella lettura dei dati la sfiducia degli italiani nell’acqua del rubinetto di casa. Siamo i primi consumatori di acque minerali in Europa e ci piazziamo al terzo posto nello mondo». In media il consumo procapite è di 195 litri l’anno e si stima che gli italiani spendano circa 4,5 miliardi di euro l’anno. «Sono cifre da capogiro - insiste Amendolara - se si pensa che siamo il Paese con le tariffe per il servizio idrico più basse d’Europa, 307 euro a famiglia in media per tre persone, a fronte dei circa 700 della Francia Spagna e Germania. La pubblicità e le informazioni con cui vengono presentate le acque minerali provocano grande interesse dal punto di vista salutistico nei consumatori».
Amendolara aggiunge: «L’acqua di rubinetto è soggetta a maggiori restrizioni rispetto alle acque minerali, per le quali sono previste deroghe per alcuni parametri (alluminio, vanadio, ferro) non consentite all’acqua di rubinetto, che subisce centinaia di migliaia di analisi l’anno. I cittadini di Caserta possono ripensarci. Si tratta di risparmiare - conclude - ed essere più sicuri di bere quell’acqua considerata la migliore d’Italia che fa tanto bene alla salute». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino