Castel Volturno, l'asilo nido degli orrori: bambini torturati da una coppia di ghanesi

Castel Volturno, l'asilo nido degli orrori: bambini torturati da una coppia di ghanesi
Bambini privati di acqua e cibo, costretti spesso in stanze al buio, senza riscaldamento nei mesi invernali, né aerazione in quelli estivi. Ma anche picchiati con bastoni e...

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Bambini privati di acqua e cibo, costretti spesso in stanze al buio, senza riscaldamento nei mesi invernali, né aerazione in quelli estivi. Ma anche picchiati con bastoni e mazze di ferro, inserimento di peperoncino negli occhi e nelle natiche e spezzamento delle unghie. No, non siamo nei lager nazisti centroeuropei della seconda guerra mondiale, meno in quelli cambogiani durante la dittatura del sanguinario Polpot. Siamo nel 2021, in Italia, in provincia di Caserta, per l'esattezza nel Comune di Castel Volturno. Qui, dove l'asticella del delirio è spostata di anno in anno sempre più su, la squadra mobile di Caserta, su mandato della procura di Santa Maria Capua Vetere, a seguito di articolata indagine ha scoperto un asilo abusivo dove erano praticate vere e proprie torture sui piccoli ospiti. 

La struttura era gestita da una coppia di immigrati trentacinquenni, entrambi irregolari in Italia, d'origine ghanese, per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ma chi sono, invece, le vittime delle barbarie? Gli undici bambini trovati nell'asilo degli orrori erano tutti figli di stranieri originari della Nigeria; E l'episodio conferma che a Castel Volturno, per colpe chiaramente non proprie, a subire il disagio socioeconomico dell'area, sono sempre più spesso i figli dei fantasmi della Domiziana, la prole di quell'esercito di stranieri senza permesso di soggiorno che l'Europa consente sopravviva senza alcun diritto sulla costa casertana da almeno trent'anni. Persone che ufficialmente non esistono, ma che invece si trovano stabilmente a Castel Volturno. Hanno molti doveri e quasi nessun diritto e qui sono impegnate in numerose attività, necessariamente tutte a nero, talvolta illegali. Ogni tanto capita che fra loro ci sia attrazione, che qualcuno si unisca in matrimonio, o in coppie di fatto, e che nascano anche dei bambini. A questo punto famiglie che non hanno la residenza come riescono a gestire esigenze dei piccoli? Come farlo in condizione d'irregolarità all'interno di una città che agli stessi residenti italiani non è capace di offre molte opportunità e scarsissimi servizi pubblici?

«È da questo caos che nascono gli asili abusivi. Poi, senza competenza, né professionalità da parte di chi si prende carico di questo delicato compito, quello appunto di accudire bambini - spiega Annamaria La Penna, assistente sociale del municipio di Castel Volturno - è facile che all'interno di strutture del genere si generino comportamenti violenti per ottenere il cosiddetto rispetto delle regole della casa. L'asilo abusivo scoperto a Destra Volturno dalla polizia non è il primo - aggiunge la dirigente dell'ufficio affari sociali - e purtroppo, in base alla nostra esperienza, credo non sarà neanche l'ultimo». E se al municipio locale affannano a stare dietro all'enorme disagio sociale del territorio, a causa del default delle casse comunali, è il volontariato sulla riviera casertana che cerca di lenire i problemi quotidiani dei più indigenti.

Ma Castel Volturno, seppure piccolo centro di periferia, sul disagio sociale ha numeri da città metropolitana, peraltro fuori controllo, e spesso neanche i volontari riescono a intercettare ogni tipo di sofferenza. Ma torniamo ai bambini scoperti nell'asilo lager gestito dalla coppia di ghanesi. Hanno dai pochi mesi di vita a un'età preadolescenziale. Alcuni restavano in quelle mura solo durante la giornata, poi la sera facevano rientrano nelle proprie abitazioni. Altri, invece, vivevano sempre nella villetta del quartiere periferico. Per sei piccoli gli assistenti sociali del municipio sono riusciti a individuare almeno un genitore in zona, e a loro sono stati riaffidati. Per altri cinque, invece è stato necessario l'affidamento ad adeguate strutture d'accoglienza, o perché i genitori sono risultati rinchiusi in un carcere a scontare pene detentiva per spaccio di stupefacenti o sfruttamento della prostituzione, oppure perché al momento del blitz della mobile sono risultati essere all'estero.

Per due bambini, invece, non si è riusciti in alcun modo a rintracciare né la mamma, né il papà. Con loro non avevano alcun documento d'identità e i due arrestati non sono riusciti ad aiutare gli investigatori. Il loro caso è stato affidato al tribunale dei minori, che ha avviato la procedura per il disconoscimento della potestà genitoriale e l'adozione definitiva fra le famiglie previste negli appositi elenchi. Insomma, alcuni bambini dell'asilo degli orrori sono rimasti con almeno un genitore nel caos della Domiziana, gli altri il destino li ha portati lontano, altrove. Chissà chi fra loro è stato più fortunato. 

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Il Mattino