Agivano senza scrupoli, né precauzioni. Incuranti della propria incolumità, di quella dei residenti e, soprattutto, della sicurezza dei bambini che frequentano i due...
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LA PERICOLOSITÀ
I militari, agli ordini del capitano Gennaro Antonio Colarusso, hanno sorpreso sei persone, tra cui un minorenne, a realizzare prodotti esplosivi in assenza di qualsiasi autorizzazione e nel disprezzo delle norme di sicurezza. Domiciliari per Antonio Boncammino, 59 anni, di Mugnano di Napoli, ritenuto il più esperto e, forse, il capo del gruppo, due donne, A.C., 21 anni, C.D.P., 36 anni, entrambe di San Prisco, M.C., 40 anni, di Mondragone e V.M., 37 anni, di Vitulazio. Denuncia a piede libero, invece, per il ragazzo, di appena 16 anni, di Caserta.
Nei guai è finito anche il proprietario della casa, G.D.U., 40 anni, di Macerata, destinatario della stessa misura cautelare con il beneficio dei domiciliari. La sua posizione è al vaglio degli inquirenti per capire se avesse un ruolo attivo nell'organizzazione, giacché pure il furgoncino usato per trasportare il materiale era nelle sue disponibilità. Per tutti, le ipotesi di reato vanno dalla violazione dell'articolo 24 della legge 110 del 1975, che punisce la fabbricazione o l'alterazione di prodotti esplodenti non riconosciuti, fino alla violazione dell'articolo 1 della legge 895 del 1967, che, in genere, si applica a chi produce armi da guerra senza licenza. Del resto, lo scenario che si è palesato agli occhi dei finanziari è stato impressionante: il piano terra del fabbricato era stato trasformato in una fabbrica abusiva di fuochi d'artificio. Il prodotto di «punta» era il «Cobra», classificato F4, che per la sua pericolosità non è destinato alla libera vendita, ma può essere acquistato solo da persone che hanno un'adeguata capacità tecnica, muniti di autorizzazione per spettacoli pirotecnici attrezzati.
IL MATERIALE
Il sequestro ha riguardato l'intero immobile, il furgone, oltre 750 chili di polvere nera e di altri precursori di esplosivi, 50mila tra contenitori e altri pezzi per l'assemblaggio, 300mila etichette, 700 chili di artifizi pirotecnici già confezionati, pronti per l'immissione sul mercato nero, e 40mila semilavorati. Insomma, una polveriera! Le operazioni di bonifica si sono concluse ieri mattina, grazie alla collaborazione degli artificieri del comando provinciale dei carabinieri di Caserta, di una società specializzata (la «Pirotecnica Roggiero» di Macerata) e della polizia municipale. Nel corso delle operazioni, l'area è stata piantonata e transennata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino