Assolto per il vaccino vietato alle bufale, non voleva nascondere la brucellosi

Assolto per il vaccino vietato alle bufale, non voleva nascondere la brucellosi
Ancora un processo con sentenza assolutoria per l’uso di uno speciale vaccino ritenuto vietato. Dopo otto anni dalle accuse di maltrattamento di animali, il giudice...

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Ancora un processo con sentenza assolutoria per l’uso di uno speciale vaccino ritenuto vietato. Dopo otto anni dalle accuse di maltrattamento di animali, il giudice monocratico Valerio Riello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto un allevatore di Casapesenna, titolare di una azienda agricola a Cancello ed Arnone finito sotto processo con altre 27 persone nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica risalente al 2013. Il pm separò poi tutte le posizioni determinando 28 processi individuali. L’allevatore, Nicola Cantile, difeso dall’avvocato Bernardo Diana, era stato accusato di aver somministrato alle bufale il farmaco cosiddetto Rb51, un vaccino che, secondo l’accusa, nascondendo la brucella avrebbe provocato l'adulterazione di sostanze alimentari.

Il giudice ha assolto l’allevatore con una motivazione diversa dalle altre, applicando il principio di inoffensività della condotta penale «perche l’attività dell’allevatore era stata posta in essere per salvaguardare la salute dell’animale nonostante l’azione fosse da considerarsi tipica, ovvero che avrebbe potuto integrare il reato». Infatti, all’epoca quel tipo di vaccino era vietato ed era parificato alle sostanze dopanti. Prescindendo dalla valutazione della sostanza (il vaccino vietato) il giudice ha ritenuto che la somministrazione fosse stata eseguita con la finalità precisa di tutelare la salute dei bovini.

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Il Mattino