“California Milk Bar. La voragine di Secondigliano”: il libro di Albrizio e Duello a Capua il Luogo della Lingua festival

Ventotto anni di silenzio e undici morti raccontati tra musica e testimonianze

Gennaro Marco Duello e Gianluca Albrizio
Una tragedia dimenticata quella che il 23 gennaio del 1996 vide crollare una palazzina a Secondigliano. Erano le 16.20 quando una fuga di gas metano, durante i lavori per la...

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Una tragedia dimenticata quella che il 23 gennaio del 1996 vide crollare una palazzina a Secondigliano. Erano le 16.20 quando una fuga di gas metano, durante i lavori per la realizzazione di una galleria sotterranea tra Arzano e Miano, causò una violenta esplosione e il crollo di una palazzina di tre piani sui cui si affacciava il “Milk Bar California”. Tutto franò in una voragine di oltre 30 metri. Morirono 11 persone. I familiari delle vittime, ancora oggi, cercano giustizia.

Una storia raccontata poco e male dai media che, dopo appena sei giorni ossia il 29 gennaio, si affannarono a raccontare il devastante incendio che distrusse il teatro La Fenice di Venezia.

E poi, dopo ventisette anni di silenzio, il dj e produttore discografico Gianluca Albrizio e il giornalista e scrittore napoletano Gennaro Marco Duello  hanno deciso di raccontarla nel libro "California Milk Bar. La voragine di Secondigliano”, edito da Rogiosi.

Ospiti della diciottesima edizione del Capua il luogo della lingua festival, gli autori hanno incontrato il pubblico nella chiesa San Rufo e Carponio di Capua insieme al critico cinematografico Francesco della Calce e l’attore e scrittore Peppe Lanzetta che le periferie le ha raccontate quando erano invisibili, e che dice: «Chi nasce in quelle periferie, ieri come oggi, è segnato dal marchio del dolore».

«"Ancora oggi - ha spiegato  Gennaro Marco Duello  - basta andare nei luoghi dell'esplosione per capire quanto quella tragedia sia ancora ignorata. Con questo libro noi tentiamo di riaccendere i riflettori su quella tragedia. Prima il quadrivio di Secondigliano era un incrocio di strette di mano dove c'era un'edicola, un bar con le sue vetrine scintillanti, un fiorista e i suoi colori, lì dove oggi c'è una spianata desertica».

«Questa narrazione ha una  colonna sonora che immedesima nelle atmosfere della Napoli del '96 - ha aggiunto Gianluca Albrizio - e che va dai  24 Grana a Franco Ricciardi a Nino D'Angelo. Sono colori che abbiamo cercato di restituire a quel ricordo in maniera tale da rendere integrale l'esperienza che offre questo libro, dove la musica rispetto al testo è convergente, autonoma e indipendente. Il tutto semplicemente inquadrando il QRcode  presente in ogni capitolo che rimanda a una traccia specifica della colonna sonora, disponibile su Spotify e su tutti i principali store digitali».

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Il Mattino