Calvi Risorta, viaggio nella mega discarica abusiva | Foto e video

Calvi Risorta, viaggio nella mega discarica abusiva | Foto e video
Quando lasci la mega discarica abusiva di Calvi Risorta le scarpe sono rosse, negli occhi sembra di avere la polvere, mentre le immagini dei cumuli di fanghi industriali essiccati...

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Quando lasci la mega discarica abusiva di Calvi Risorta le scarpe sono rosse, negli occhi sembra di avere la polvere, mentre le immagini dei cumuli di fanghi industriali essiccati al sole restano nitide, nitidissime.










Per trent'anni insieme ai fanghi hanno sversato solventi, vernici, smalti, plastica, ceramiche, amianto. Sui fusti ritrovati si legge chiaramente "Pozzi Vernici", ma anche il nome di una multinazionale. La fabbrica, la Pozzi Ginori non c'è più, ha chiuso a metà degli anni Ottanta. Ma ci sono 25mila metri di terreno - che era di proprietà privata - ora posto sotto sequestro giudiziario dopo la denuncia di un cittadino una decina di giorni fa. Già perché prima nessuno aveva visto. Nessuno aveva visto gli automezzi che sversavano tonnellate di rifiuti speciali, si parla di oltre 2 milioni di metri cubi di spazzatura. Tanto che si 'lavorava' con calma, in modo meticoloso, con tombamenti profondi.







Dalle enormi buche scavate vengono fuori 'tre strati': sotto i rifiuti, poi il cemento, poi di nuovo i rifiuti e infine il terreno. Stessa tecnica già vista con i Casalesi. O forse nessuno aveva ascoltato: gli ex dipendenti della fabbrica e alcune associazioni avevano denunciato già negli anni scorsi. Tutto viene alla luce solo ora e sono montagne di spazzatura spaventose dove c'è di tutto: buste di plastica,imballaggi di carta e cartone, plastica, pannelli e scarti di rivestimenti in formica, tantissimi sanitari e scarti della lavorazione della ceramica, tubazioni in Pvc...Le indagini sono delegate ad un pool composto dal Corpo Forestale, Genio Guastatori dell'Esercito e da un nucleo del NBCR dei vigili del Fuoco che procede con gli scavi, le analisi saranno effettuate dall'Arpac, per i risultati definitivi ci vorranno un paio di mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino