Camorra, a 16 anni gestisce racket ed estorsioni dopo l'arresto del padre e dello zio

Camorra, a 16 anni gestisce racket ed estorsioni dopo l'arresto del padre e dello zio
MADDALONI - L’autorizzazione a proseguire i lavori per l’installazione della fibra ottica per conto della Telecom la dovevano dare loro, Giuseppe Lai e Giovanni Guzzo,...

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MADDALONI - L’autorizzazione a proseguire i lavori per l’installazione della fibra ottica per conto della Telecom la dovevano dare loro, Giuseppe Lai e Giovanni Guzzo, due quarantenni esponenti del clan Belforte di Marcianise operanti su Maddaloni ma nemmeno il loro arresto – avvenuto ad aprile dello scorso anno per alcuni episodi commessi nel febbraio precedente – hanno fermato il racket.


A fare le «veci» dei due, ci avrebbe pensato addirittura il figlio minorenne di uno dei due C.L. finito oggi in una comunità per minori, su ordine del tribunale competente, per reati di estorsione e usura aggravato dal favoreggiamento camorristico. Reati pesantissimi, considerando la giovane età del sedicenne che, secondo quanto raccolto dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica per i minorenni e svolte dai carabinieri di Maddaloni, guidati dal capitano Pasquale Puca, avrebbe continuato a svolgere gli affari di famiglia, in compagnia di altri affiliati, tra cui un altro zio, anch'egli raggiunto dalla misura cautelare dell'obbligo di dimora. Questa volta, contrariamente a quanto avvenuto in altre vicende camorristiche simili, in assenza dei «capi» detenuti, la gestione degli affari criminali non ha riguardato moglie o compagna ma un figlio minorenne.

Lo zio del giovane boss, in particolare, è ritenuto dalla Dda di Napoli il riferimento del clan Belforte di Marcianise nella città di Maddaloni. Come il padre e lo zio, il ragazzo è accusato di estorsione e usura con l'aggravante mafiosa. Più volte, stando alle indagini, si sarebbe presentato agli imprenditori per chiedere il pizzo o la rata del prestito usuraio, riscuotendo anche somme di danaro.


«La mia famiglia è legata ai Belforte, dovete pagare», avrebbe detto alle vittime incredule che hanno nuovamente denunciato il raid estorsivo. La vicenda, risalente al febbraio di un anno fa, quando era libero il genitori, vide sotto estorsione  la «Energia e Telecomunicazioni ETL», azienda impegnata nella realizzazione di canali per l’installazione della fibra ottica, per conto della Telecom, nel comune di Maddaloni ed altri limitrofi. Successivamente, la denuncia ai carabinieri con il riconoscimento fotografico degli estorsori che però non ha fermato l’attività criminale proseguita per «via ereditaria».
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Il Mattino