Intestazione fittizia di una sala scommesse: è questa l'accusa mossa dai carabinieri nucleo operativo di Caserta nei confronti del rampollo degli Schiavone, Ivanhoe, il...
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Ebbene, il figlio del boss, da tempo, è uscito dal programma di protezione disconoscendo la scelta fatta dal fratello, Nicola, da un anno e mezzo collaboratore di giustizia. Ora, Ivanhoe Schiavone, amante della bella vita, è solo indagato nell'ambito della mega retata di questa mattina che ha portato in carcere affiliati e figli di boss della camorra.
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Associazione camorristica, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti e di armi. Sono queste le accuse della Dda a carico di 17 persone ritenute vicine al gruppo Schiavone del clan dei Casalesi. I provvedimenti cautelari - 14 in carcere e 3 ai domiciliari - sono stati emessi dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di vecchie conoscenze della cosca ma anche dei rampolli, figli di noti camorristi. Tra gli arrestati Giacomo Capoluogo, 62 anni, ritenuto il cassiere del clan e Salvatore Fioravante, 46 anni, ma anche alcuni albanesi che gestivano un giro di prostituzione e droga. L'operazione è stata eseguita dai carabinieri nei comuni di Trentola Ducenta, San Marcellino e Lusciano (Caserta), alcuni destinatari si trovavano già detenuti per altro.
Tra le giovani leve finite agli arresti, Oreste Diana, figlio dell'esponente di spicco Giuseppe e il 30enne Giuseppe Cantone, figlio di Raffaele Cantone detto Malapelle, storico capozona nell'agro aversano. Diana, per la Procura antimafia, è «persona di fiducia di Ivanhoe Schiavone», figlio del capoclan Francesco 'Sandokan' Schiavone da anni in carcere al 41bis, mai pentitosi a dispetto della scelta del figlio e di alcuni familiari che hanno accettato la protezione.
Stando all'accusa, Ivanhoe sarebbe stato il titolare di fatto di una sala scommesse nata a Trentola Ducenta e poi chiusa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino