CASERTA - Dodici condanne e due assoluzioni: si è concluso con una sentenza favorevole alla tesi accusatoria tratteggiata dalla Dda di Napoli il processo ai clan Amato e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il verdetto del gup Andrea Rovida del tribunale di Napoli non ha però fatto mancare un colpo di scena: assoluzione con formula piena per Giuseppe D’Alizzo, imprenditore di Portico (difeso dagli avvocati Angelo Raucci e Rosario Avenia). Il costruttore era stato accusato di aver fiancheggiato la cosca con diramazioni a Macerata Campania e Portico e di avere custodito delle armi per conto del clan. Già in sede di Riesame, l’ordinanza fu annullata su istanza del collegio difensivo e, ieri, il gup lo ha mandato assolto: D’Alizzo fu vittima degli Amato-Bifone e costretto a pagare il pizzo e non un loro affiliato.
Il giudice ha ritenuto non colpevole anche Salvatore Iuliano (difeso dagli stessi avvocati Raucci e Avenia).
Condannati invece gli altri undici imputati alla sbarra. La pena più alta è stata inflitta ad Alfredo Bifone, 16 anni, mentre otto anni sono stati comminati ad Antonio Bifone. Dodici anni di reclusione è la sentenza per Giovanni Cicala, tre anni e un mese ad Antonio Barracano, sette anni a Giuseppina Di Caprio, nove anni a Francesco Di Monaco, otto anni ad Antonio Di Vilio, otto a Gerardo Petronzi, quattro a Carmine Petruolo, sei a Gaetano Tartaglione, e un anno e dieci mesi al pentito Paolo Di Grazia. La sentenza emessa ieri è relativa all’operazione che, un anno fa, sgominò con oltre quaranta arresti i clan Bifone e Amato considerati delle diramazioni dei Belforte di Marcianise nell’area di Macerata Campania e Portico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino