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Archiviata la vigilia di Natale, si sta pensando a come affrontare il 31 dicembre che si annuncia con gli stessi disagi riscontrati il 24 dicembre soprattutto nel centro storico, e in particolare, nel triangolo della movida più sfrenata (via Mazzini, via Ferrante, via Sant'Elena e piazza Gramsci e piazza Dante), con via San Carlo, peraltro ancora divisa in due dal crollo di un edificio, la parte più problematica della notte casertana.
«Fra oggi e domani, ci sarà un altro incontro con le forze dell'ordine, questura e prefettura, per cercare di avere un controllo maggiore della situazione in strada», annuncia l'assessore agli Eventi, alla notte e vice sindaco, Emiliano Casale. Nel frattempo, gli operatori si aspettano interventi mirati, o ricorrono al fai da te. «Sono anni, ormai, che in certe date, facciamo ricorso all'aiuto di vigilanza privata», dice Rossella Izzo, titolare del bar Margherita. «E a volte non basta. Qualche tempo fa per attirare l'attenzione degli addetti ai lavori, ho persino chiuso un sabato sera: era impossibile far fronte alla massa dei ragazzi che si riversano in certe ore e certi giorni nei nostri locali e per le strade di Caserta. Ma non è servito a nulla».
Una constatazione comune a tanti. «Ormai siamo al si salvi chi può e come può», rincara la dose Cristina Palmieri, animatrice e portavoce del Comitato Sto che riunisce alcuni commercianti degli esercizi per la somministrazione e contitolare de La salumeria di turno. «Noi abbiamo deciso di rimanere chiusi il 31 per una questione di sicurezza nostra e dei nostri clienti.
Il tema dei controlli e di una gestione più razionale della notte, viene riproposto anche da Dario Merola, titolare del bar Il manutengolo in via Vico. «Il 24 e il 31 non sono giornate poi troppo diverse dagli altri fine settimana. La folla c'è quasi sempre, servirebbero perciò più controlli. Verificare se tutti rispettano le regole, per esempio non dando alcol ai minorenni. In effetti, le forze dell'ordine in strada sono un importante deterrente, ma dovrebbero anche verificare che le norme vengano rispettate da tutti. Ci aspetteremmo una maggiore attenzione e collaborazione da parte di chi gestisce la cosa pubblica».
Qualche evento, qualche iniziativa programmata avrebbe, secondo Giacomo Serao, convogliato le persone verso punti stabiliti e, dunque, non farle muovere come una sorta di onda anomala, senza meta. «Il 24 abbiamo lavorato bene, senza nessun problema. Certo, se ci fossero stati piccoli eventi in giro, la città sarebbe apparsa più composta, accogliente e attraente». Una buona idea ma non per quest'anno. «Se ne parlerà nel 2023, quando programmeremo prima e, dunque, con maggiore efficacia», sottolinea lo stesso Casale.
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Il Mattino