Carabiniere ucciso, la gang delle Poste fornì la pistola: preso uno dei rapinatori

Carabiniere ucciso, la gang delle Poste fornì la pistola: preso uno dei rapinatori
Ritorna in carcere pochi giorni dopo esserne uscito. Si tratta di un 50enne originario del capoluogo, Vincenzo Campidoglio, che aveva da poco finito di scontare una condanna per...

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Ritorna in carcere pochi giorni dopo esserne uscito. Si tratta di un 50enne originario del capoluogo, Vincenzo Campidoglio, che aveva da poco finito di scontare una condanna per droga. Ma nel suo «repertorio», stando alle accuse, sembravano esserci anche le rapine, soprattutto agli uffici postali, la prima delle quali avvenuta proprio nel Sannio, nel territorio di Arpaise, nella frazione Terranova. Ben sei quelle contestate, in concorso, assieme ai reati di ricettazione e porto illegale di armi.

Lo hanno arrestato i carabinieri di Montesarchio, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro. I militari dell'Arma del nucleo operativo della compagnia del comune caudino lo hanno trasferito nel carcere di Benevento dando esecuzione, appunto, al provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Benevento, su richiesta della Procura.- L'ordinanza si ricollega alle operazioni sul territorio effettuate dai militari dell'Arma di Montesarchio, nelle quali sono stati raccolti gravi indizi nei confronti del 50enne (difeso dal legale Federico Paolucci), assieme ad altre persone (già tratte in arresto in passato dai carabinieri di L'Aquila) per numerosi episodi di rapine a mano armata, commessi tra il 2010 e il 2014.

Le attività investigative hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Campidoglio in relazione a una serie di rapine commesse utilizzando diverse autovetture (poi risultate essere state rubate), con l'utilizzo di armi, come una pistola e un fucile modello kalashnikov. Nel mirino, oltre ad Arpaise, gli uffici postali di Bellizzi Irpino (nell'Avellinese), Civitanova del Sannio (Isernia), Guardiagrele (Chieti), Castelvecchio Calvisio e Civita D'Antino Alto (L'Aquila).
A questi reati si aggiunge anche una rapina a un furgone portavalori di un istituto di vigilanza avvenuta a San Giorgio del Sannio, durante la quale i malviventi sottrassero le armi in dotazione alle guardie giurate. E proprio una delle due armi sottratte sarebbe stata successivamente usata, da altre persone, durante la rapina avvenuta a Maddaloni a fine aprile del 2013, costata la vita al carabiniere Tiziano Della Ratta.
Al 50enne in carcere a Capodimonte viene contestato un bottino complessivo di oltre 337mila euro.
Il suo arresto arriva a poche ore dall'anniversario dell'uccisione di Della Ratta (27 aprile), l'appuntato che ogni anno viene ricordato nella sua città d'origine, a Sant'Agata de' Goti. E anche quest'anno, il figlio Alfonso ha deposto dei fiori ai piedi della stele che ricorda il carabiniere, medaglia d'oro al Valore militare «alla memoria».


Nel giorno della commemorazione la vedova Vittoria con il figlio e i familiari di Tiziano, c'erano anche il prefetto di Benevento Carlo Torlontano e il comandante della legione carabinieri della Campania, Antonio Jannece.
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Il Mattino