Casal di Principe, la protesta degli abusivi: «Soli in strada, non siamo speculatori»

Casal di Principe, la protesta degli abusivi: «Soli in strada, non siamo speculatori»
«La casa è un diritto e non si tocca», a Casal di Principe la battaglia non si ferma. A pochi giorni dall'abbattimento di due abitazioni in via Ancona,...

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«La casa è un diritto e non si tocca», a Casal di Principe la battaglia non si ferma. A pochi giorni dall'abbattimento di due abitazioni in via Ancona, ovunque non si fa altro che parlare dei prossimi candidati alla stessa sorte e la polemica si inasprisce sempre di più.

Ieri sera, in piazza Villa, si è svolto un dibattito pubblico, il primo dopo il famoso due settembre che ha segnato ancora una volta il paese dalla tragica distruzione di una casa in cui vivevano due famiglie con quattro bambini. In prima linea la testimonianza di Tommaso Stabile, la voce della disperazione di chi si è visto buttato fuori di casa, da quella casa che con grande sacrificio aveva costruito per il figlio Fabio, la nuora e i suoi nipoti. In piazza Villa, davanti ai suoi concittadini, con voce commossa ha raccontato la sua storia e i momenti difficili che sta attraversando con suoi cari. «Siamo davvero distrutti ha detto non è vero che l'abbattimento della nostra casa risale al 2005 perché se lo avessimo saputo non avremmo fatto altri 15 anni di sacrifici. Non c'è stata data la possibilità di metterci in regola, non è tutta colpa nostra. Io non mi sento più cittadino italiano».

L'iniziativa è stata promossa dal «Coordinamento a difesa del diritto alla casa» di Casal di Principe presieduto da Fabio Zippo Cipriano che ha spiegato: «Casal di Principe da diversi anni ha scelto la strada del cambiamento e della legalità. Tutto questo però non è stato supportato dalla politica nazionale. Siamo stati abbandonati a noi stessi. La promessa che facciamo al nostro popolo è che non ci arrenderemo mai». A partecipare alla tavola rotonda il vicepresidente Gennaro Savio che a gran voce ha puntato il dito contro lo Stato. «Ci chiamano abusivi, malfattori ha esordito ma in verità il vero abusivo è oggi lo Stato che non ha fatto nulla per consentire di costruire in legalità. Nessuno ha fatto il suo dovere neanche i nostri rappresentanti istituzionali. Colpevoli i nostri politici che ci chiedono il voto ma non risolvono i nostri problemi. Per di più fanno ricadere sulla Procura e la Magistratura le colpe e le responsabilità. Lo Stato se la prende con la povera gente e non pensa ad abbattere i grandi palazzi dei potenti. Noi non ci fermiamo qui, continueremo ad andare avanti nella nostra battaglia ma siamo sempre più delusi».

Presente anche il presidente Francesco Montella del Coordinamento regionale per il Diritto alla casa, il sindaco di Casal di Principe Renato Franco Natale, dimessosi il primo settembre scorso a seguito del rifiuto da parte della Procura di concedere una proroga di altri cento giorni per l'abbattimento delle abitazioni delle due famiglie di via Ancona. Dimissioni che il popolo di Casale sta cercando di far ritirare attraverso una petizione che in questi giorni sta girando per il paese, supportato anche dai social. Intanto l'affluenza a queste manifestazioni sembra ancora essere esigua vista la gravità e la grandezza del problema e delle persone coinvolte. In tutto il territorio di Albanova sono state censite ben 3.300 case abusive di cui 1600 circa si trovano a San Cipriano d'Aversa, 1400 circa Casal di Principe, 300 circa Casapesenna. Sono essenzialmente case di famiglia, costruite, abitate e mantenute dai proprietari, quindi non edifici della «speculazione edilizia», ma costruzioni di necessità. 

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Il Mattino