Casal di Principe. Su un marciapiede il cantiere per la costruzione di una nuova palazzina, sull'altro la villetta in stile Liberty che cadrà sotto i colpi delle...
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La procura di Santa Maria Capua Vetere e la Corte d’Appello di Napoli hanno reso esecutivi 145 decreti, altri 1400 verranno notificati a breve. Intanto i fortini dei camorristi ottengono il condono perché sono state confiscate e il cambio di destinazione d'uso di fatto le salva dalle ruspe. Si respira rabbia e impotenza a Casale. «Guardate – dice il proprietario di una delle case destinate ad andar giù – vi sembra normale che la mia debba essere abbattuta perché ritenuta abusiva mentre di fronte si costruisce con tanto di licenza?».
«Queste persone rischiano di restare senza un tetto sulla testa», tuona Renato Natale, il sindaco «anticamorra», uno che della legalità ha fatto la propria bandiera e che ora rischia un avviso di garanzia per omissione di atti d’ufficio: «deve» dar seguito all’ordine della procura. Natale non ci sta: «Non stiamo difendendo l’illegalità dei singoli ma l’interesse della collettività». «Quando la prima casa andrà giù, io mi dimetterò. - ripete Natale - Per legge stiamo acquisendo al patrimonio le costruzioni confiscate alla camorra, ormai condonate, non più abusive grazie al cambio di destinazione d’uso».
Il sindaco si muove su due fronti, anche se l’unico spiraglio percorribile è l’ottenimento della proroga della legge regionale 2013 sui condoni. Quella di cui Casal di Principe non ha usufruito perché nei 90 giorni successivi la promulgazione l’Ente era commissariato. In queste settimane ci sono continui confronti tra il Municipio e la Regione. Se dovesse andare in porto, l’Ente locale acquisirebbe i beni per poi rivenderli ai proprietari. A mali stremi, estremi rimedi. In caso contrario, ci saranno 1500 abbattimenti: il 35 per cento delle abitazioni sarà rasa al suolo. Seimila persone resteranno senza casa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino