Caserta, la banda che riciclava i soldi delle rapine ai caselli autostradali

Caserta, la banda che riciclava i soldi delle rapine ai caselli autostradali
Banconote stese al sole per farle asciugare dopo un accurato lavaggio «decolorante», per eliminare l'inchiostro blu spruzzato dai sistemi anti-rapine di banche o...

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Banconote stese al sole per farle asciugare dopo un accurato lavaggio «decolorante», per eliminare l'inchiostro blu spruzzato dai sistemi anti-rapine di banche o portavalori. Non imitavano certamente i falsari della «Banda degli onesti», celebre pellicola con Totò e Peppino, i cinque componenti della «banda dei chimici» scoperti ieri dalla Polizia in provincia di Caserta dopo un lungo lavoro investigativo. Il loro mezzo per riciclare soldi erano le casse automatiche dei caselli autostradali usati come una sorta di cambiavalute, nella fattispecie soldi senza corso legale trasformati in banconote del tutto legali: il crimine 2.0 aveva scoperto che gli unici apparecchi che non rifiutavano le banconote «trattate» erano proprio i dispositivi di pagamento delle autostrade. Gli inquirenti sono risaliti all'espediente ingegnoso usato dagli indagati per guadagnare da soldi che non avevano più corso legale. Non solo ripulivano con prodotti chimici le banconote sporcate dall'inchiostro antirapina usato dalle banche (specie per i soldi custoditi nei furgoni portavalori o nei bancomat), ma le usavano solo alle casse dei caselli autostradali, passandoci più volte al giorno: bastava inserire una banconota da 50 euro per un pedaggio da 0,50 cent e quindi ricevere come resto 49,50 euro di banconote «pulite». 

Operazione che avveniva più volte al giorno e che non è sfuggita alla telecamere delle Autostrade: gli inquirenti, dopo le segnalazioni, hanno iniziato un lavoro certosino con il controllo degli orari, dei giorni del pedaggio e del tipo di auto, incrociandoli con le targhe e i periodi degli incassi delle banconote: tutti gli elementi raccolti hanno poi permesso di individuare il riciclatore e i vari partecipanti all'attività criminale, cinque sessantenni residenti fra l'agro aversano, nel Casertano e l'hinterland napoletano. Un sistema di riciclaggio che in passato avveniva soprattutto nelle sale scommesse dotate delle cosiddette Vlt, che accettavano anche banconote da 500 e 200 euro. I dispositivi sono stati poi aggiornati come si presume farà la società autostrade con le casse automatiche. L'inchiostro, che doveva essere un deterrente, non ha scoraggiato malintenzionati e criminali vari che avevano trovato il sistema per scolorire i vari tagli: per scolorire le banconote si parla di un lavaggio vero e proprio e di una particolare procedura chimica. Peraltro, nel 2019 la Bce aveva persino diffuso un video per mostrare l'affidabilità delle banconote «resistenti ad alte e basse temperature, a danni chimici e persino al lavaggio in lavatrice e allo stiraggio con ferro da stiro». Gli agenti della Polstrada e della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno portato in carcere A.S. 63 anni; ai domiciliari è finito M.G. 57 anni mentre altri tre sono stati destinatari dell'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.

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Il Mattino