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Palestre sì, palestre no: strutture in bilico in attesa delle decisioni del Governo, che in queste ore sta valutando se chiudere anche le attività sportive svolte dai privati. Tuttavia questa incertezza sulla possibile chiusura ha causato comunque dei danni agli imprenditori, dal momento che la clientela è drasticamente diminuita. Con l'imminente rischio di una possibile chiusura, oltre alla paura di un eventuale contagio, la maggior parte degli utenti delle palestre ha preferito non rinnovare l'abbonamento. Difatti, si registrano dei grossi cali tra iscrizioni e rinnovi di abbonamenti, proprio nei mesi in cui generalmente c'è maggiore affluenza.
Sono tante le testimonianze degli imprenditori che lamentano questo disagio e che garantiscono l'attuazione di tutti i protocolli, in modo da offrire alla clientela un ambiente il più sicuro possibile: dal distanziamento, al controllo dell'utilizzo delle mascherine fino all'igienizzazione costante degli attrezzi. A sottolinearlo il titolare del centro sportivo My Well Palafrassati di Caserta, Emiliano Casale: «Dal 25 maggio stiamo rispettando tutte le misure di sicurezza. Questa situazione mette in condizione i clienti di aver timore di iscriversi in palestra. Gli abbonamenti sono diminuiti del 50%. Abbiamo due fasce d'età che vengono meno in questo momento: la terza età, un buon 30% perchè con loro avevamo creato dei corsi ad hoc prevalentemente la mattina. Con la chiusura delle scuole anche le mamme, che la mattina frequentavano le nostre attività, oggi non possono più farlo. Poi c'è una fascia di età mista composta da quelle persone che hanno delle patologie che venivano in palestra proprio per migliorare la loro salute e che giustamente ora hanno il timore di frequentare questi ambienti».
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E sulla stessa linea di pensiero anche Salvatore Tedesco, titolare della palestra Free Time di San Prisco: «Purtroppo, la maggior parte delle persone non sta rinnovando l'abbonamento a causa di questo clima di incertezze che regna su questo settore. Gli anni scorsi in questo periodo avevamo circa 400 iscritti, ora arriviamo al massimo a 150. Addirittura abbiamo dovuto annullare alcuni corsi serali perché non veniva più nessuno e anche la sala pesi è quasi sempre semi vuota. Dalla riapertura dopo il lockdown, per garantire il rispetto delle misure di sicurezza e un maggiore distanziamento tra i vari attrezzi, abbiamo fatto dei lavori anche per separare la sala pesi dalla zona cardio. È una situazione peggiore di quella del 25 maggio, perché da lunedì scorso si è fermato tutto».
C'è poi anche chi è dovuto ricorrere alla scelta drastica della chiusura dell'attività. Così come racconta Mario Stefano, titolare della palestra New Ares di Caserta. L'imprenditore a fine marzo, in pieno lockdown, ha deciso di chiudere: «Purtroppo le circostanze mi hanno costretto a chiudere la mia attività per due ragioni.
Inoltre, non manca chi difende il settore e la sua rilevanza anche dal punto di vista economico: infatti, alcuni titolari di palestra hanno dato vita a una petizione che si riferisce al movimento «Uniti per lo sport». «Questa petizione prende le firme degli sportivi dal punto di vista professionale e dei praticanti e prevede la richiesta di non applicare ulteriori restrizioni o chiusure e mantenere vivo il mondo dello sport, il suo ruolo sociale e la sua importanza dichiara Stefano Crocetta, coordinatore del centro Pilates Pure Weellness di Caserta - Per quanto riguarda il centro che dirigo, non ho riscontrato perplessità da parte delle persone proprio perché vedono che l'ambiente è estremamente sicuro e così come tutti i centri sportivi che hanno tenuto particolarmente alla sicurezza e al rispetto dei protocolli».
Il Mattino