Caserta, messaggi elettorali «occulti»: oscurata campagna pubblicitaria

Alcuni cartelloni pubblicitari di una nota società di comunicazione già distintasi per le sue campagne pubblicitarie spesso provocatorie, sono stati oscurati a...

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Alcuni cartelloni pubblicitari di una nota società di comunicazione già distintasi per le sue campagne pubblicitarie spesso provocatorie, sono stati oscurati a Caserta perché il contenuto celerebbe un messaggio elettorale, vietato in piena campagna per le amministrative se diffuso negli spazi non consentiti.

I cartelloni erano parte di una campagna pubblicitaria che la stessa agenzia definisce «di denuncia sulla città e i suoi problemi». In una nota, la società parla di «scelta che deve far discutere, indignare, ma soprattutto riflettere, visto che sono stati coperti cartelloni affissi che non presentavano alcun riferimento politico». I messaggi erano composti da titoli di noti film, anche modificati, e immagini dei problemi o delle bellezze dimenticate della città.

Così su un cartellone c'era il titolo del film di Will Smith «Io sono leggenda», con il protagonista che attraversa con il cane un corso Trieste vuoto; su un altro c'era la foto di una buca stradale con la scritta «Buche Stellari»; su un altro ancora era riportato il titolo «La migliore offerta» (film di Tornatore), con la scritta «SalernovsCaserta», e poi c'era quello su «C'era una volta Casertavecchia». 

Si tratta di analogie e similitudini tra pellicole celebri e anfratti di città per ricordare a tutti le bellezze incompiute e le scelte sbagliate che ancora oggi animano il territorio casertano attraverso un linguaggio universale, quello cinematografico, capace di arrivare lì dove le parole non possono» conclude il comunicato di Ratio Studio, la società di comunicazione in questione, che lo scorso anno ideò la campagna sul «partito animato», e la presentò a ridosso della Regionali del 2020, tappezzando Caserta con cartelloni giganti raffiguranti noti personaggi di cartoni animati e fumetti anni '80 e '90 e slogan politici, come Puffetta, Pollon, Lady Oscar, o anche più vecchi come un Calimero imbronciato con lo slogan «prima gli italiani».

 

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Il Mattino