Morire a 43 anni su un campo di calcio in una serata di svago trasformatasi in tragedia. A perdere la vita Massimiliano Gagliardi, di Maddaloni, stroncato da un malore avvertito,...
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A pochi minuti dall'inizio della partita, hanno raccontato alcuni dei presenti, Gagliardi ha chiesto di essere spostato in porta e poi di fermarsi per qualche minuto. Gagliardi si è accomodato a bordo campo, forse per riposarsi, e poi, improvvisamente si è accasciato al suolo. Gli altri giocatori si sono accorti immediatamente che qualcosa non andava, lo hanno chiamato senza avere risposta. Al campo c'era anche un infermiere, padre di uno dei ragazzi della «Nino Gravina», che, entrato rapidamente nel recinto di gioco, ha provato la prima rianimazione. Poi è stato portato il defibrillatore che era in dotazione al Talamonti.
Dopo pochi minuti, l'arrivo dell'ambulanza dal vicino ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Secondo la ricostruzione di alcuni dei presenti, gli operatori hanno trovato Gagliardi ancora in vita ma il quarantatreenne è deceduto durante il trasporto in ospedale. I cardiologi del nosocomio cittadino non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita.La moglie, avvisata dagli amici presenti al campo, ha raggiunto il marito in ospedale quando ormai era troppo tardi. Alla partita partecipava anche l'ex giocatore della Casertana, Giovanni Sannazzaro, che, ancora toccato dal dramma, pur preferendo non rilasciare dichiarazioni, ha descritto con grande coinvolgimento i terribili momenti del Talamonti.
Una tragedia ancor più grande perché alla partita stava assistendo anche il figlio più grande di Gagliardi che aveva accompagnato il padre alla partita. Una vicenda che ha colpito profondamente l'intero ambiente della «Nino Gravina» che, da sempre, vive intensamente il rapporto con le famiglie dei giovani calciatori che le vengono affidati. Gli amici, anche attraverso i social network, lo ricordano come una persona sorridente, appassionata di calcio. Massimiliano Gagliardi seguiva sempre con passione le partite di suo figlio e della sua squadra, spesso appoggiato alla rete di recinzione del campo di calcio. Il ricordo commosso di una persona che ha certamente lasciato un segno positivo tra quelli che lo conoscevano e che condividevano con lui l'amore per lo sport. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino